di Aurora Cantini
C’era un volta l’ufficio giudiziario della Pretura e c’era il Pretore, giudice monocratico di primo grado ,con molteplici competenze, sia in materia civile ,per le cause di minor valore economico, sia in materia penale, per i reati puniti con pene detentive non superiori a quattro anni; come furti di modesta entità,contravvenzioni al codice della strada,risse, ingiurie,lesioni lievi.
Aveva anche funzioni di natura amministrativa e di volontaria giurisdizione,nonché il controllo dei registri dello Stato Civile.
Il Pretore svolse un ruolo importante soprattutto nel campo del diritto del lavoro,dove aveva una competenza esclusiva e non era vincolato al valore della controversia. All’inizio degli anni ’70, l’approvazione dello Statuto dei Lavoratori e delle modifiche al codice di procedura civile – che resero il processo del lavoro più snello e veloce- portarono un clima di cambiamento e di nascita di una nuova coscienza politica,sociale e sindacale. Fu allora,in quel mutato contesto che, grazie all’operato del Pretore,in funzione di Giudice del Lavoro, la tutela del lavoratore, leso nei suoi diritti,divenne una grande conquista. Egli poteva difendersi alla pari col proprio datore ,ed essere reintegrato,in breve tempo,nel posto di lavoro,a seguito di licenziamento illegittimo.
Anche la tutela dell’Ambiente fu un altro cavallo di battaglia del Pretore .
“Pretori d’assalto”, furono definiti,con un’accezione lievemente dispregiativa,questi giudici impegnati in prima fila nell’accertamento e nella repressione dei reati di natura edilizia-urbanistica commessi nelle città ,come nei piccoli centri, o nelle zone ad alto impatto paesaggistico.
Il Pretore, in virtù del particolare radicamento col territorio, forniva una Giustizia ,nel contempo, alla mano,veloce ed estremamente competente, sicuramente dalla parte dei cittadini,una Giustizia funzionante ,potremmo dire quasi “domestica”.
Nella Pretura non si avvertiva quell’atmosfera cupa e severa dei grossi Tribunali, bensì un’aria più paesana, a volte, anche folcloristica,come certa letteratura e certo cinema ha ben rappresentato.
Anche Orvieto aveva la sua bella Pretura ,in Piazza del Popolo,all’interno del Palazzo Simoncelli. Efficiente,vicina al cittadino, forniva le risposte di giustizia in tempi rapidi ,in piena sintonia col personale amministrativo e l’organo giudicante.
Era per tutti una palestra di vita; lo era sicuramente per noi, giovani praticanti procuratori degli anni 80 (allora c’era ancora la distinzione tra procuratori e avvocati) ,che seguivamo i dibattimenti, cercando di imparare la professione sul campo,oltre che nelle stanze austere degli studi legali dove facevamo pratica forense.
Durante le udienze penali la Pretura era un pullulare di gente ;cancellieri,usceri, imputati, testimoni, avvocati e persone accorse al seguito o per sostegno morale di qualche parente o amico, impegnato a vario titolo nel processo. La preoccupazione e l’ansia di chi doveva esibirsi davanti al Giudice, si poteva tramutare ,talvolta, in sorriso ; c’era spazio anche per una battuta divertente tesa a sdrammatizzare la situazione contingente.
Quanta umanità è transitata per quelle stanze; quanti personaggi stravaganti, austeri,compassati,divertenti, irascibili, imperturbabili hanno calcato quelle scene !
Ma un giorno si cambiò pagina; a qualcuno venne in mente di concentrare in un unico ufficio giudiziario di primo grado, il Tribunale, le competenze che erano divise tra quest’ultimo e il Pretore. Si disse che era necessario superare l’eccessiva frammentazione dell’apparato giudiziario, al fine di accrescerne l’efficacia,la funzionalità e l’efficienza .
Con la riforma della fine anni ’90,istitutiva del giudice Unico di primo grado ,venne soppressa la figura del Pretore e gli uffici di Pretura confluirono nei Tribunali.
Giusto? Sbagliato? Chissà…sta di fatto che la antica quanto collaudata funzionalità di questi piccoli uffici giudiziari venne spazzata via, in nome di sbandierati vantaggi, come il rafforzamento dei tribunali con incremento dell’organico dei magistrati, una migliore utilizzazione del personale amministrativo,dei locali,degli strumenti informatici ,ed altre amenità del genere.
Anche la Pretura di Orvieto cadde sotto i colpi di quella riforma e un pezzo di storia della città venne sepolta dalle macerie.
Allora non lo sapevamo, ma forse già stava iniziando quel lento e progressivo processo verso lo smantellamento di uffici e istituzioni culminato , di recente, con la soppressione del nostro Tribunale , che ha privato ,definitivamente , la città del suo efficiente presidio di giustizia.
Ma questa è un’altra storia!!