Lunedì 15 si terrà la conferenza programmatico-organizzativa del PD. In quell’occasione saranno presentati documenti che rispecchiano la “sensibilità” dei firmatari e la loro visione del partito. A quelli già presentati e pubblicati, riferiti uno alla segreteria Scopetti e l’altro ai richiedenti la conferenza organizzativa, si aggiunge ora un altro, “per rafforzare” il dibattito che si è sviluppato, a firma di Luisa Basili, Pirkko Peltonen, Vittorio Tarparelli, Anna Rita Mortini, Marco Moscetti.
Tanta gente che parla di politica è un segnale positivo.
Di seguito il terzo documento che sarà sottoposto all’assemblea.
UN BUON PARTITO PER CAMBIARE
Questo documento (firmato da Luisa Basili, Pirkko Peltonen, Vittorio Tarparelli, Anna Rita Mortini, Marco Moscetti) prende di petto l’attuale conduzione del partito, di cui critica l’assenza di voce nel territorio per quanto riguarda i cambiamenti profondi, nazionali e locali, che sono all’ordine del giorno.
Ritiene, però, fortemente centralizzato e verticistico il nuovo organigramma presentato dalla segreteria, specie per quanto riguarda l’autonomia degli amministratori/consiglieri.
I firmatari del documento auspicano un rapporto corretto tra iscritti/militanti e gli organi decisionali del partito. Non condividono le proposte di “compartimentazione” (mediante i “comitati” di nuovo conio, delle attività del partito, come da proposta della segreteria). Ritengono fondamentale l’apporto sia dei circoli sia dei “Giovani democratici”. Ritengono che la riprogrammazione del partito per una maggiore apertura verso la società, se privo di forze organizzate, di quelle che nel territorio ci stanno davvero, non si farà mai. Avremo, forse, un partito “liquido”, ma non un BUON PARTITO.
Allegato il documento UN BUON PARTITO PER GOVERNARE
DOCUMENTO ORGANIZZATIVO
UN BUON PARTITO PER CAMBIARE
PREMESSA.
La presente proposta ha lo scopo di dare un contributo fattivo al dibattito in corso sulla necessità di riorganizzare il PD di Orvieto in modo da renderlo uno strumento efficace per la rinascita della città del suo territorio e della Regione Umbria.
Un partito, anche nell’accezione moderna, ovvero di partito leggero, ha lo scopo precipuo, così come recita la Costituzione Italiana all’art. 49 di aiutare i cittadini a “ … concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” e aggiungiamo noi locale.
Riteniamo quindi indispensabile che il PD nazionale e in particolare quello locale siano in grado con la loro organizzazione e con la loro elaborazione e mediazione politica di portare avanti le istanze dei cittadini traducendole in concrete azioni progettuali.
La necessità di riorganizzazione deriva dal fatto che è sempre più evidente la distanza tra azione dei partiti ed esigenze vere emerse dai cittadini e anche laddove queste coincidessero è sempre più difficile concretizzarle in progetti reali con tempi certi e ragionevoli.
Sicuramente ciò deriva da una inadeguatezza della classe dirigente politica, ma anche da una necessità di ritrovare forme nuove di partecipazione e aggregazione che partano dal basso e diano voce ai cittadini, agli elettori e agli iscritti.
Questo documento si compone di tre parti: l’analisi del documento proposto dalla Segreteria, una breve proposta e le conclusioni.
ANALISI DEL DOCUMENTO PROPOSTO DALLA SEGRETERIA
La proposta elaborata dalla segreteria è certamente frutto di un lavoro pensato e ponderato. Tuttavia, ci lascia perplessi e, per molti punti, decisamente contrari, soprattutto per le molte contraddizioni di fondo che la caratterizzano e per la grave violazione della Costituzione Italiana all’art. 67 (Principio del divieto del mandato imperativo) ripreso nello Statuto del Comune di Orvieto all’art. 9 comma 1, 2.
Certamente, non si può non trovarsi “d’accordo” con l’apertura della proposta quando analizza le tante criticità dell’azione politica, analisi purtroppo non originale né nuova e che vale non solo a livello nazionale ma anche a livello di tutte le nostre società “avanzate”. Di sicuro corrisponde anche alla realtà orvietana.
E’ nel passaggio tra l’analisi, “condivisibile”, e i possibili rimedi che entriamo in quello che per noi sono le contraddizioni di fondo della proposta, non condivisibile.
Mentre nella parte di analisi si auspica una maggiore flessibilità e apertura del partito, nella parte organizzativa, invece, si propone di creare una struttura fortemente centralizzata, anche verticistica, come vedremo. Pure se corredata con le parole d’ordine di: “accogliente”, “autonomo”, “efficace”.
L’organigramma proposto prevede la costituzione di ben 7 Comitati: alla faccia della semplificazione ed auspicata leggerezza della struttura! Non sono chiari i criteri di nomina dei componenti dei Comitati proposti: sembrerebbe a scelta indiretta. E’ molto chiaro, invece la “messa da parte” degli unici organi elettivi: l’assemblea comunale. Per la Direzione si propone l’eliminazione tout court, e dei circoli di cui si prevedono modifiche alle strutture, con coordinamento a turno di un Consigliere Comunale “che alla fine del suo mandato dovrà elaborare dettagliato “report” sulle attività svolte. Pare un puro e semplice “commissariamento” dei circoli stessi.
Si prevede praticamente l’eliminazione dei GD.
Dalle auspicabili “CAMPAGNE POLITICHE: si passa alla parte più delicata della proposta, e cioè allo “STIMOLO DELL’AZIONE AMMINISTRATIVA: istituzione di gruppi di lavoro operativi, per il monitoraggio dell’azione amministrativa al fine di selezionare le problematiche su cui l’organismo dirigente deve discutere e produrre degli indirizzi politici.” Il nesso viene esplicitato nella descrizione dei Comitati:
- COMITATO DI INDIRIZZO POLITICO: istituzione di un Comitato, ad elezione indiretta, rappresentativa dei Portavoce di circolo, degli eletti, del Segretario e dei dirigenti con funzioni politiche e organizzative su tesseramento, campagne politiche ed elettorali, congressi etc.. Questo Comitato dovrebbe sostituire la “direzione” (ultimamente mai convocata). Il nuovo Comitato sarebbe consultato più spesso? A quali intervalli di tempo? Qual è il numero dei componenti del Comitato? Chi li sceglie?
- COMITATO DI INDIRIZZO PER LE POLITICHE COMUNALI: E qui entriamo nel merito dei rapporti tra il partito e l’amministrazione. E’ la parte , secondo noi, più confusa – e anche più debole, cioè contestabile – della proposta. In sintesi, prevede un controllo (chiamato anche “monitoraggio”) dell’attività dei consiglieri da parte del Partito. Qui si viola l’art.67 della Costituzione Italiana nonché l’art. 9 dello Statuto del Comune di Orvieto comma 1,2. per ciò che riguarda l’autonomia dei consiglieri. Di questo Comitato “per le politiche comunali” dovrebbero far parte i Consiglieri, il Segretario o suo delegato, il responsabile del comitato valutazione e il portavoce. Portavoce chi? Quello responsabile della Comunicazione del partito? E perché deve essere presente il “responsabile del Comitato valutazione”? Per monitorare la performance dei consiglieri?
- COMITATO DI SVILUPPO DELLE MOZIONI (O.d.G., interrogazioni e interpellanze ecc…..): Di nuovo, il Partito entra nel lavoro dei consiglieri, violando, secondo noi, oltre al Regolamento e allo Statuto del Comune di Orvieto anche il Testo Unico Enti Locali. Membri del comitato di sviluppo sono: il consigliere eletto/i consiglieri eletti, alcuni membri dell’Assemblea Comunale, della Segreteria, un responsabile del comitato di sviluppo. Chi è questo “responsabile del Comitato di sviluppo”? Come vengono scelti “alcuni membri dell’assemblea comunale”? Il lavoro prospettato per il Comitato Sviluppo delle Mozioni è quello che normalmente svolgono i Consiglieri. E’ il loro mestiere. Rimane oscuro il perché dell’intromissione del Partito nel lavoro dei consiglieri. Il lungo vademecum circa la nascita e presentazione delle mozioni, interrogazioni ecc., è di stretta competenza del Consiglio, non certamente del Partito.
- COMITATO DEGLI AMBITI POLITICI: “Supporta la politica del Partito e degli eletti fornendo spunto per i diversi ambiti politici” ne fa parte il Responsabile di singolo ambito. Questa figura da spazio a tutti, secondo i propri interessi, proprie capacità o conoscenze in determinati ambiti;
I responsabili sono:
- referenti di un loro gruppo di cointeressati;
- tengono i contatti con i coordinatori dei forum tematici a livello provinciale e regionale;
- sono da considerare esperti (anche in formazione) e i consiglieri o eletti devono poterli contattare ed informare in riferimento a temi del consiglio collegati agli ambiti;
Ecco una novità. Prende spunto e spirito dalle moderne tecniche aziendali per ottimizzare la performance.
Quanto sopra indicato sarà realizzato attraverso un modello che tenga conto di una serie di elementi di base su cui poter costruire un modello organizzativo che sarà definito attraverso le indicazioni operative, politiche ed amministrative, scaturite da una analisi approfondita e dalla scelta delle linee di azione e delle relative priorità.
L’idea è quella di perseguire l’innovazione anche nell’approccio.
Vediamo come:
Il Partito Democratico dovrà svolgere il ruolo di filtro per tutte le professionalità interne ed esterne alle Istituzioni che attraverso il Partito intendono contribuire alla costruzione e alla realizzazione del nuovo progetto di Città. A tal fine è possibile immaginare il seguente scenario: Queste persone, attraverso il Partito, potranno fornire supporto agli Amministratori e saranno reperiti tra tutti i ”volontari” con particolare riferimento anche a coloro intenzionati a candidarsi per svolgere compiti politici di Governo delle Istituzioni. Per questi, soprattutto, è da prevedere la loro applicazione nel progetto quale esperienza fondamentale per comprendere e imparare le problematiche di Governo dell’unità territoriale operativa per eccellenza: Il Comune. Queste persone svolgeranno la loro attività a titolo gratuito e nel pieno concetto di volontariato, con l’obiettivo di costituire un laboratorio di formazione di buoni amministratori da far partecipare alle successive elezioni locali/nazionali.
LA FILOSOFIA DEL TEMPO PERSO
La filosofia è quella della formazione degli aspiranti alla politica attraverso la maturazione di un percorso di servizio allo Stato ed alla società come nello stesso spirito del ruolo del politico. Obiettivo è quello di creare un laboratorio/formazione per la nuova classe dirigente a partire dall’esperienza diretta delle problematiche di governo del territorio e utilizzando in modo sociale e etico le professionalità di queste persone al servizio della Comunità. Di questo potrà e si dovrà dare pubblicità ed è forse un modo fondamentale per riavvicinare la politica ai cittadini ed un modo per i giovani professionisti di farsi conoscere.
Nella proposta della segreteria, quanto più puntuale e tassativo è il dettato del Comitato dello Sviluppo delle Mozioni ai consiglieri in carica, tanto più effimero e inconcludente è la proposta per il Comitato degli Ambiti Politici. Chi lo promuoverà? Chi farà “l’analisi approfondita” per individuare “le priorità”? E quale è la finalità ultima? Con queste premesse non lo si farà mai.
- COMITATO DI VALUTAZIONE: costituito da persone di indubbio equilibrio, esperienza ed integrità morale ed etica. Avrà il ruolo di osservare il lavoro e l’impegno delle risorse umane del Partito. Dovrà fornire, in prossimità delle elezioni, attenta valutazione e proposta in merito alle candidature e promuovendo il “merito” come elemento fondante. Come e con chi vengono scelte queste persone? Temiamo che la segreteria abbia scambiato il partito per una ditta/agenzia. Fino a prova contraria siamo una associazione di persone liberamente unitesi in un partito per comunanza di idee da utilizzare per il bene comune. Sottoporre il nostro impegno, le nostre idee alla valutazione di “merito” da parte di “persone di indubbio equilibrio e di integrità morale ed etica” (scelte, poi, queste anime pure, da chi? dalla segreteria?) è semplicemente ridicolo, per non dire offensivo.
- COMITATO DI COMUNICAZIONE POLITICA: organizzazione di un sistema di comunicazione bidirezionale che consideri due canali distinti: comunicazione politica e comunicazione istituzionale, attivazione di una struttura ad hoc per l’informazione e la comunicazione riguardante le attività del Partito.
- COMITATO DI GESTIONE DELLE COMUNICAZIONI composto da:
- Portavoce
- Collaboratori del giornalino informativo e del blog/sito web
- Alcuni membri del direttivo (che in realtà è stato eliminato)
In sintesi ancora due altri comitati. A rigor di logica, doveva essere compito del Segretario (e della Segreteria) l’organizzazione e la messa a punto della comunicazione del Partito. Nei due anni passati nulla è stato fatto. Non sarà certo la costituzione di due ennesimi Comitati a risolvere la carenza informativa; al contrario, appesantirà ancora l’organizzazione del Partito, che, così come viene prospettata, risulterebbe oltremodo farraginosa e sovra-strutturata.
Dispiace che dal lungo lavoro fatto dalla segreteria emerga una “stretta” del Partito su di noi che siamo il partito. L’Assemblea risulta assente nelle nuove proposte; la Direzione viene eliminata, e nei sostitutivi Comitati – in quelli che contano – il potere è demandato al Segretario o alla Segreteria, non eletta, ma da lui e solo da lui scelta. Persino il “monitoraggio” delle attività dei Consiglieri eletti attraverso i Comitati di nuovo conio. Ecco perché la proposta è sia centralizzata sia verticistica.
E soprattutto: l’organigramma così costituito finirebbe col “blindare” il Partito più di prima e compartimentale le sue attività nelle infinite caselle che compongono il castello grafico della nuova composizione proposta dalla Segreteria.
PROPOSTA
Come detto in premessa la crisi di fiducia dei cittadini è estremamente evidente sicuramente verso i Partiti, ma soprattutto verso l’intera classe politica, quindi verso chi amministra. L’ultimo dato eclatante sono state le recenti elezioni Regionali in Emilia Romagna e Calabria, e anche la recente inchiesta di Roma è un sintomo allarmante che si insidia in alcuni aspetti organizzativi del Partito Democratico, come Tesseramenti e Primarie, quindi necessita di una analisi precisa che riguarda tutto il Partito, non solo quello Romano.
Nel 2015 affronteremo le elezioni regionali. Sarà un importante banco di prova per la classe politica del nostro partito. Ci accingiamo ad una riconferma dell’attuale Presidente Regionale, Catiuscia Marini. La scelta è passata grazie ad un largo consenso all’interno dell’Assemblea regionale del PD, che però non ha visto protagonista la base del partito che da questa fase è stata esclusa totalmente .
In Emilia Romagna e Calabria la “base” ha duramente criticato le scelte elettorali del Partito rimanendo a casa, astenendosi. Non vorremmo che anche questo avvenisse in Umbria. Certamente le due regioni andate al voto venivano da situazioni difficili dove i precedenti Presidenti si erano dimessi e quindi la “base” si sentiva tradita. La nostra situazione è diversa. In Umbria abbiamo una gestione Regionale “trasparente” sul piano “economico”, ma sicuramente abbiamo dei “nei” in particolare proprio nella gestione dei rapporti tra Regione ed il nostro territorio, un territorio marginale e mai completamente inserito nelle politiche umbre.
Facciamo queste premesse perché siamo convinti che il risultato di un buon partito organizzato sul territorio si misurerà fin dalle prossime elezioni regionali, marzo 2015, quindi il tempo è poco in particolar modo per un partito come quello orvietano logorato da divisioni interne che vengono da lontano. La proposta di riorganizzazione deve avere la forza di ricreare quella sintonia tra iscritto e Partito, Partito inteso come dirigenti, tra elettore e Partito, tra chi amministra e Partito;
Orvieto è una città che da pochi mesi è di nuovo governata dal PD e la riconquista della città è frutto di un lavoro unitario di tutto il Partito. Ciò ci deve rendere consapevoli che soltanto l’unità di intenti nel raggiungere un risultato è vincente e quindi un modello da proporre per affrontare nuove sfide per questo territorio e per questo partito.
L’unità è la nostra più grande forza e nello stesso tempo la nostra più grande debolezza.
Se il PD di Orvieto è unito raggiunge importanti obiettivi: elettorali. Nella rappresentanza politica: Deputato/Senatore, Consigliere Regionale, Sindaco; nelle idee progettuali: Progetto Orvieto, grandi manifestazioni, Progetto di Fiume ecc.;nelle progettazioni innovative: Convention Bureau Orvieto, progetto di mobilità alternativa, ecc.. nelle rappresentanze politiche : Assemblea nazionale, regionale, provinciale; è di supporto ai progetti d’area vasta e di comprensorio.
Se il PD è diviso allora si perdono le rappresentanze istituzionali e l’orvietano diventa un luogo love i candidati di altri territori possono rastrellare dei voti per essere eletti e per poi dimenticarsi dell’orvietano; dove le idee progettuali più importanti non trovano più alleati per essere realizzate e le innovazioni vengono superate per mancanza di fondi e di risorse; la diminuzione di tesserati diminuisce il peso politico del territorio negli organismi politici nazionali, regionali, provinciali.
In una parola se non siamo uniti e si fa squadra il nostro partito perde e perde il territorio e la città.
Oggi siamo in una fase molto delicata.
Sicuramente siamo in una posizione di forza dal punto di vista politico amministrativo perché il Comune di Orvieto è di nuovo a nostra guida, però nel complesso il PD si è indebolito sul comprensorio perdendo o non riconquistando alcuni comuni .
Rapporto iscritto e organi dirigenti
Si vive oggi un momento di grossa crisi per quanto riguarda il numero degli iscritti. Questi ultimi sono in calo non sono a livello locale, ma anche nazionale. Ciò deriva anche dal fatto che non si da molta importanza ai sostenitori anche economici del partito, si parla sempre di più di elettori in senso generico e si fa sempre meno riferimento o attenzione agli iscritti. Perché iscriversi ad un Partito quando non si hanno chiari i vantaggi?
Questa banale considerazione non deve portarci a sottovalutare gli elettori ovvero i simpatizzanti. La società civile è molto importante ed è quella fetta di cittadini a cui noi ci rivolgiamo. Sono coloro da cui attingiamo esperienze e professionalità, coloro che sono i nostri interlocutori per la risoluzioni dei problemi in un concetto di Amministrazione Condivisa, che ci permettono di fare lobby territoriale e mediare le soluzioni.
Ma deve essere chiara la distinzione tra queste due categorie iscritti da una parte e simpatizzanti dall’altra.
Gli iscritti devono avere un rapporto privilegiato con il Partito devono contare nelle scelte e saper dialogare con i simpatizzanti e gli elettori. Dobbiamo dare agli iscritti la possibilità di contare.
Fatta questa premessa riteniamo che gli organi dirigenti debbano essere formati solo da iscritti.
Rapporto con Amministrazione Comunale o Istituzioni Locali
E’ necessario specificare che deve esistere una autonomia tra il PD e le Istituzioni locali. Certamente deve esserci un rapporto privilegiato tra i due soggetti nel momento in cui il PD esprime il Sindaco, il Consigliere o Assessore Regionale oppure un Parlamentare, per attuare quella necessaria azione di corrispondenza e di sostegno alle azioni politiche, ma la “ distanza” serve ad evitare la confusione nei cittadini riguardo ai ruoli e alle azioni politiche. Il Sindaco deve avere l’autorevolezza della autonomia per discutere con i suoi concittadini di qualsiasi problema e solo ciò gli permette di essere il Sindaco di tutti.
Garantire questo diritto è alla base anche della salvaguardia dell’autonomia del Partito di esprimere posizioni critiche o di stimolo all’azione amministrativa che viene svolta dagli Amministratori locali spesso in coalizioni di partiti
D’altra parte l’Amministrazione Comunale ha bisogno di essere supportata, nell’attuazione del suo programma da un partito che sia di mediazione e di collettore di istanze.
Riteniamo sbagliata la recente scelta del Partito Democratico di Orvieto di bloccare la possibile nomina di assessori individuandoli tra i consiglieri comunali eletti nella lista del PD, e oltretutto non riconoscere alcuni assessori, iscritti al PD, come interlocutori importanti del Partito. Ciò fa si che tutto il peso del governo amministrativo ricada sulla figura del Sindaco.
Uno dei primi passi che il nuovo gruppo dirigente del Partito deve fare è riconoscere come suoi assessori quanti all’interno della giunta consiliare sono iscritti al Partito Democratico.
Serve piena autonomia del Gruppo Consiliare, il quale si deve strutturare al suo interno con l’individuazione di un segretario che affianchi ed aiuti il capogruppo nel tenere i rapporti con i Consiglieri e nel diffondere i documenti necessari per espletare al meglio il lavoro consiliare. I rapporti tra la segreteria del PD e il gruppo consiliare avverrà esclusivamente tramite la figura del capogruppo, il quale si dovrà relazionare con il gruppo stesso.
Il supporto del Partito Democratico nel suo insieme, dalla base al vertice, dovrebbe avvenire tramite la costituzione di Forum Tematici, come specificato dall’art.24 dello Statuto del Partito Democratico Umbro.
- I Forum possono avere la doppia funzione, di sviluppare idee, politiche che possono essere di supporto e stimolo per l’amministrazione e al contempo stesso possono essere un’ottima scuola di formazione della nuova classe dirigente. I Forum potrebbero essere coordinati da iscritti al Partito Democratico con spiccata sensibilità alla tematica del Forum che dovranno coordinare, si potrebbe prendere indicativamente la falsa riga di quelli Regionali (Dipartimenti). I Forum potrebbero essere:
- Welfare e Sociale
- Ambiente
- Sviluppo Economico
- Cultura
C’è la necessità di ricreare una sintonia costruttiva tra territorio e partito. Bisogna trovare il modo di coniugare, minor risorse, economiche e di persone, con la necessità di stare sul territorio. Siamo l’unico partito ad avere una struttura organizzata sul territorio comunale, suddiviso in 10 Circoli:
- Sugano
- Bagni – Morrano
- Sferracavallo – Benano
- Orvieto Scalo – Tordimonte
- Orvieto Centro
- Ciconia
- Canale
- Colonnetta – Prodo
- Corbara – Fossatello
- Torre S Severo – Loc Biagio
Nel recente passato il coinvolgimento dei circoli nella politica, sia amministrativa che partitica, è stato molto marginale, oltretutto ad oggi abbiamo circoli con segretari vacanti, però la sensazione e soprattutto l’idea di partito che ci contraddistingue è quello di essere il più vicino ai cittadini, il più vicino ai nostri elettori.
Riprendere l’dea di creare 4 macro-circoli, Orvieto Centro, Orvieto Scalo, Sferracavallo e Ciconia è sicuramente ottimale in questa fase di carenza di iscritti e di economie interne al partito, ma sicuramente con il passare del tempo ci porterà a staccarci dalle frazioni, invece crediamo, anche per una politica amministrativa, che le frazioni siano molto importanti, con le loro caratteristiche socio-culturali totalmente differenti dalle frazioni più grandi come Ciconia, Orvieto Scalo e Sferracavallo e totalmente differente dal Centro Storico.
Dovremmo sicuramente passare nel coinvolgimento maggiore, vista la carenza degli iscritti, degli elettori. Sarà la scommessa dei prossimi mesi….
In questa fase transitoria, prima di una possibile riduzione dei circoli, sarebbe necessaria la costituzione di un Coordinamento composto da tutti i Segretari dei circoli, presieduto dal Segretario Comunale, che lavori nell’individuazione di una riforma, se necessaria, della composizione degli stessi.
Direzione Comunale
La composizione del coordinamento comunale, del gruppo dirigente del Partito Democratico Orvietano presenta una varietà di anime politiche al suo interno, che sono sicuramente un bene per un partito, specialmente per sviluppare una dialettica interna e costruttiva. La Direzione Comunale può essere il luogo fondamentale per portare a sintesi le varie dialettiche interne e garante del principio del pluralismo politico.
La Direzione è l’anello di congiunzione, politico, tra segreteria, espressione del segretario, e l’assemblea comunale (coordinamento comunale).
Il Coordinamento Comunale i cui membri sono eletti dai Circoli dovrà sempre di più essere il luogo delle discussione e della sintesi del dibattito politico cittadino e del Partito nella sua interezza. La sua costituzione deve essere la sintesi delle rappresentanze territoriali ovvero dei Circoli e di diritto ne dovranno far parte i Segretari, i rappresentanti Istituzionali del PD locale e tutti i dirigenti locali che rappresentano la città in organismi anche di secondo grado. Questo è l’organo sintesi a cui si deve rivolgere la Segreteria.
Sollecitiamo inoltre il re-integro al coordinamento dei consiglieri della passata legislatura che, con le loro competenze e la professionalità formatesi negli anni all’amministrazione della città daranno certamente un contributo importante e necessario alla vita e alle decisioni del partito.
In tema di integrazione del coordinamento: riteniamo potrà legittimamente rappresentare il partito soltanto chi vi è iscritto da almeno un anno (tesseramento 2013).
E’ necessario riconoscere e garantire autonomia di proposte e organizzazione ai Giovani Democratici e alla conferenza permanente delle Donne così come previsto dall’art. 26 e27 dello statuto regionale del PD.
CONCLUSIONI
La relazione della segreteria parte da un assunto, ovvero che è necessario rivedere l’organizzazione del PD locale per avvicinare gli elettori, i cittadini e gli iscritti alla politica attiva. Secondo noi per fare ciò è semplicemente necessario far funzionare i meccanismi partecipativi già esistenti, valorizzandoli, implementandoli e soprattutto chiarendo ruoli e posizioni.
E’ necessario dare fiducia e autonomia vera ai Giovani Democratici. E’ necessario che in un momento di forte crisi della politica soprattutto nei giovani che la vedono troppo distante dalla loro quotidianità, la nostra organizzazione individui in autonomia i percorsi operativi da adottare senza giudizi e pregiudiziali.
E’ necessario che ci sia una autonomia della politica dell’Amministrazione locale rispetto al partito. I Circoli Territoriali non siano “commissariati” da un consigliere comunale. Il Consigliere, così come è nel suo ruolo deve ascoltare le esigenze di un territorio e se ne deve far carico nella sintesi politica che ne deriva e non sostituirsi a chi deve svolgere il ruolo di mediatore di esigenze e necessità. Se vogliamo riavvicinare i cittadini alla politica dobbiamo rendere sempre meno sovra-strutturato il rapporto di mediazione e quindi non è necessario prevedere nuovi organismi inutili.
Noi riteniamo che in questo momento in cui è necessario avere la capacità di ascolto diretto delle persone, dei cittadini e soprattutto dei nostri iscritti, tutte queste sovrastrutture bloccano questo percorso.
La struttura del partito deve essere semplice e definita. Bisogna renderla operativa rispetto agli obiettivi programmatici e politici che vogliamo raggiungere. Senza obiettivi definiti dove ci dirigiamo?
Abbiamo la necessità di aprire il partito alle influenze esterne, positive, per questo riteniamo inutile effettuare una conferenza programmatica a porte chiuse. È totalmente inutile, in particolar modo in questa fase di avvicinamento alle elezioni regionali