Riceviamo da Marsilio Marinelli, sindaco di San Venanzo, e pubblichiamo.
Una nuova e pesante tegola è caduta sui contribuenti e sui Comuni: la rimodulazione dell’ esenzione per i terreni agricoli nei Comuni montani. L’ art.22 del Decreto n. 66/2014 stabiliva che con apposito provvedimento si sarebbero dovuti individuare i Comuni nei quali si applica l’esenzione ai terreni agricoli. Ebbene solo lo scorso 28 novembre tale provvedimento è stato firmato dai Ministri coinvolti, dall’analisi del testo si evidenziano gravi preoccupazioni sia per i cittadini che per la stessa tenuta degli enti.
Premetto che il Comune di San Venanzo ha un territorio molto vasto (kmq 169) e una popolazione di circa 2.300 abitanti con la più bassa densità di popolazione di tutta la Regione Umbria, la stessa suddivisa in sette frazioni (distanti anche 40 km tra loro) oltre il capoluogo. La maggior parte del territorio è ad una altezza compresa fra 450 m e 840 m sul livello del mare e l’economia è quella tipica delle località più interne dell’Umbria con poco sviluppo dell’artigianato e con una agricoltura volta all’allevamento del bestiame ed allo sfruttamento delle ingenti risorse boschive.
Il Comune ai fini ICI-IMU è sempre stato considerato montano mentre ora la bozza del decreto, prendendo come riferimento l’altezza sul l.d.m. del capoluogo, circa 460 m, lo viene a classificare parzialmente montano con la conseguente applicazione dell’IMU sui terreni agricoli non posseduti da coltivatori diretti o impresa agricole.
Il problema finanziario risiede nell’ obiettivo di gettito posto a carico del nostro Comune € 222.998,22, obiettivo di gettito cui corrisponde a priori un taglio del Fondo di Solidarietà Comunale. Il taglio al bilancio a fine anno di una tale somma (circa il 12 % delle risorse correnti) è insostenibile in quanto per la scadenza del 16/12/2014 è pressoché impossibile sperare nell’incasso del versamento dei contribuenti (CAF e commercialisti contattati informalmente sono addirittura impreparati sotto il profilo del software da usare).
Il mancato incasso del tributo unito al taglio del Fondo solidarietà comunale avrebbe come immediata conseguenza al 31/12/2014 il mancato rispetto del Patto di Stabilità interno oltre ovviamente ad un impoverimento sostanziale del fondo di cassa. La maggior parte dei Comuni Umbri soffrirebbe le medesime conseguenze di questa eventualità benché la situazione del Comune di San Venanzo sarebbe oggettivamente la peggiore riscontrabile nella Regione Umbria (un taglio di circa € 100 per ogni abitante).
Dal nostro punto di vista è auspicabile che il legislatore prenda in considerazione la possibilità del ritiro del provvedimento in questione o, almeno, di sterilizzare ai fini del Patto di Stabilità 2014 gli effetti del decreto (ad es. attraverso l’istituto dell’accertamento figurativo: quanto tagliato può essere accertato contabilmente ai fini patto per pari importo come imu) ed anche che gli obiettivi attualmente fissati vengano rivalutati alla luce dell’effettivo gettito che il provvedimento porterà nel suo complesso e per ogni singolo Comune coinvolto.
Chiudo ricordando che il Comune di San Venanzo è stato da sempre sede della ex Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana a testimonianza del fatto che dal punto di vista geografico e dell’economia sociale il nostro è sempre stato considerato un territorio tipicamente montano.