I dipendenti della Provincia di terni hanno deciso l’occupazione della sala del Consiglio di Palazzo Bazzani in protesta contro la riforma Delrio e il recente emendamento del governo sul dimezzamento delle spese per il personale delle Province. La decisione è arrivata al termine dell’assemblea svoltasi ieri e convocata da sindacati ed rsu nell’ambito dell’iniziativa nazionale contro il “delirio istituzionale”. L’occupazione è permanente in attesa delle evoluzioni e delle notizie che verranno da Roma. Contestualmente lavoratori, sindacati ed rsu hanno deciso di coinvolgere i vertici della Regione e i parlamentari umbri e di occupare la anche la sala del Consiglio regionale in occasione della seduta della prossima settimana.
L’intervento del presidente di Girolamo – “I provvedimenti sulla dislocazione dei dipendenti sono fuori misura – ha detto il presidente della Provincia Leopoldo di Girolamo – è necessario che il governo faccia un passo indietro e rivede l’emendamento e i tagli previsti nella legge di stabilità. Come Upi, insieme all’Anci attueremo ogni iniziativa utile a far desistere il governo da questa impostazione, fino ad attuare atti forti. Se così rimarranno le cose – ha annunciato di Girolamo – tutti i presidenti di Provincia rassegneranno le loro dimissioni”.
Una rappresentanza sindacale è stata inoltre ricevuta dal prefetto Gianfelice Bellesini che è stato informato sulla situazione e sullo stato di tensione dei lavoratori. Il prefetto ha assicurato vicinanza e sostegno ed ha annunciato la stesura di una relazione che invierà al governo. “La situazione è grave – è stato detto nell’assemblea – dal 1 gennaio, rimanendo così le cose, ci sarà il blocco i ogni attività dell’ente con il rischio concreto di perdere posti di lavoro. Per la prima volta in Italia si parla di licenziamenti nella pubblica amministrazione senza un piano di riforma organica. Si tratta solo di tagli lineari senza un progetto futuro, tagli che colpiscono i posti di lavoro e che si ripercuotono anche sui Comuni che subiranno anch’essi i danni della legge di stabilità”.