Era da poco passata l’alba quando, sferragliando, sui binari della stazione di Orvieto si è fermato il treno che di lì a poco ci avrebbe condotto a Roma.
Era un treno qualsiasi ma, per noi pellegrini, non lo era affatto. Ci avrebbe infatti trasportati nella città della cristianità per eccellenza al cui centro vi è piazza San Pietro, sede della residenza spirituale del Vicario di Cristo in terra.
E sì, stavamo andando ad incontrare il Santo Padre Francesco al quale, in formato di minuscoli Re Magi, recavamo in dono un simbolo grafico della nostra fede e del nostro amore per Lui: le Opere di Misericordia commentate e riunite in un volumetto sobrio, ma elegante.
Non solo al Santo Padre abbiamo inteso dedicarlo, bensì anche a tutte e tutti coloro che non si abbattono di fronte alle difficoltà e alle sofferenze della vita terrena e lottano, invece e con tutte le loro forze, affinché le ragioni della verità e della speranza prevalgano, sempre e comunque, su quelle della disperazione e della menzogna.
Grazie di vero cuore a Giulia, a Paola, a Manuela, ad Angelo e Franco Raimondo, a Michele ed Andrea, a Leopoldo e Luca, a Paolo ed Adriano, perché sono stati fraternamente vicini a Mario e Pier Luigi in una mattinata speciale e densa di ricche emozioni.
Miglior degna conclusione dell’udienza papale non poteva esserci se non con l’intonazione del “Pater Noster” che mi permetto, qui sotto, di trascrivere in un ideale abbraccio con tutte le donne e gli uomini di buona volontà:
“Pater noster, qui es in caelis; sanctificétur nomen tuum; advéniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in caelo et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie et dimitte nobis debita nostra, sicut nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem, sed libera nos a malo”.
Ogni altra parola mi appare superflua e fuori luogo!