Riceviamo da Andrea Sacripanti e pubblichiamo.
Con la TARI sembra di rivivere l’incresciosa questione di fine estate quando, in merito all’imposta di soggiorno, abbiamo assistito ad un valzer di provvedimenti contraddittori e contrastanti che si succedevano con un ritmo a dir poco frenetico. Imposta prima no, vedi campagna elettorale e relativi impegni assunti, poi sì. Prima a tariffe agevolate, poi proroghe su proroghe e infine la definitiva introduzione e con tariffe piene.
Anche con il tributo sui rifiuti, i nostri amministratori non hanno perso tempo a diffondere tra i cittadini ansia ed agitazione. Cartelle sballate, rinvio di pagamento al 15 novembre con l’accortezza di informare che sarebbero state recapitate di nuovo le cartelle a tutti gli utenti, sia quelle in precedenza errate e successivamente corrette, sia quelle corrette fin dall’inizio, per poi ricambiare nuovamente decisione nel giro di pochissimi giorni. La prima rata della TARI dovrà pagarsi entro il 30 novembre e verranno recapitate soltanto le cartelle corrette in precedenza errate, con l’avvertenza che chi non vedesse recapitarsi nuove cartelle entro il 27 novembre, quindi soltanto tre giorni prima la scadenza del termine di pagamento, dovrà pagare quelle spedite oltre un mese fa.
Premesso che, nel merito, non è questione di poco conto in quanto, contrariamente a quanto dichiarato dall’assessore al ramo, non si tratta di 300 cartelle errate, ma da una indagine effettuata, seppur sommaria, ne risultano sballate molte di più, i cittadini orvietani staranno col fiato sospeso fino all’ultimo, non sapendo fino al 27 novembre se quelle in loro possesso sono cartelle esatte oppure no.
Alla faccia della certezza del diritto e soprattutto del tributo! Ma chi se ne frega, intanto Orvieto avrà, finalmente, il suo bel registro delle unioni civili!