di Paolo Borrello
Le elezioni regionali tenutesi in Emilia e in Calabria sono state caratterizzate dall’alto numero degli elettori che si sono astenuti. Nella primavera del 2015 si voterà, per il rinnovo dei consigli regionali, in altre sette regioni, tra le quali la nostra Umbria. Cosa succederà? Anche in Umbria sarà elevato il tasso di astensionismo?
Formulare previsioni relativamente alle elezioni regionali in Umbria del 2015 non è facile, anche perché siamo abituati ormai al verificarsi di cambiamenti molto rapidi, nell’orientamento politico degli elettori.
Poi, le elezioni coinvolgeranno appunto sette regioni e non solo due, come avvenuto domenica passata, e quindi ciò che succederà sulla scena politica nazionale potrà influenzare maggiormente i risultati nelle elezioni regionali.
E’, inoltre, possibile che i partiti, tenendo conto di quanto avvenuto soprattutto in Emilia, si sforzino di prendere delle contromisure per evitare che si verifichi nuovamente quanto si è verificato domenica passata.
A me sembra comunque che, per quanto riguarda l’Umbria, ci siano tutte le condizioni affinchè l’astensionismo sia comunque più diffuso rispetto alle elezioni regionali del 2010 ed anche rispetto alle europee di quest’anno.
C’è un Pd che fino ad ora appare interessato solo agli incarichi che potranno determinarsi dopo le elezioni del prossimo anno. Di qui gli scontri che già si sono manifestati anche nel corso dell’ultima assemblea regionale ed anche le divisioni all’interno del gruppo consiliare regionale e tra questo e la segreteria del Pd relativamente alla nuova legge elettorale che appunto dovrebbe essere utilizzata nel 2015.
Per quanto riguarda la legge elettorale sembra che un accordo ci sia – turno unico, collegio unico, premio di maggioranza alla prima lista, doppia preferenza di cui una obbligatoriamente ad una donna -, finalizzato a garantire la vittoria della candidata del Pd che dovrebbe essere la presidente uscente Catiuscia Marini, anche perché il centrodestra avrà molto probabilmente due candidati di cui uno il sindaco di Assisi Ricci e l’altro espressione di Forza Italia, Fratelli d’Italia e forse del Ncd, che non è escluso però che possa sostenere Ricci.
Le divisioni di maggiore rilievo all’interno del Pd umbro riguardano il rinnovamento nei candidati al consiglio regionale. Secondo quanto auspicato dal segretario regionale, il renziano Leonelli – che si dovrebbe peraltro candidare – solo 3 o 4 consiglieri regionali uscenti dovrebbero essere candidati, tra i quali comunque l’inossidabile presidente del consiglio regionale Brega, nonostante che quest’ultimo sarebbe al terzo mandato, se rieletto.
Tale rinnovamento ha suscitato però l’opposizione pubblica di alcuni “pezzi da novanta” del Pd umbro, il più importante dei quali è Bocci, sottosegretario nel governo Renzi.
Quindi il Pd umbro – peraltro non è una novità – sembra essere molto più interessato alle “poltrone” che a formulare proposte innovative che consentano di affrontare la grave crisi economica umbra, che non riguarda solo l’Ast di Terni, ma interessa l’intera regione, sempre più considerata la prima regione del centro sud piuttosto che l’ultima regione del centro nord, relativamente alle performances in campo economico.
E’ vero che l’elettorato umbro sembra disinteressarsi alle beghe interne al Pd umbro. Molta parte di esso continua ad essere influenzato nelle proprie scelte elettorali dal sistema di potere, pluridecennale, promosso dal centrosinistra che nonostante la crisi, e forse proprio a causa della crisi, mantiene la sua capacità di attrazione riguardo alle scelte elettorali.
E’ anche vero però che la stessa profonda crisi economica ed occupazionale potrebbe, per altri versi, spingere molti ad astenersi ed anche la disaffezione crescente nei confronti della politica, nonché l’elevato indice d’invecchiamento della popolazione, potrebbero spingere verso lo stesso esito.
Quindi è lecito, a mio avviso, aspettarsi un aumento consistente dell’astensionismo anche in occasione delle elezioni regionali del 2015 mentre mi sembra altamente improbabile che il “nuovo” presidente regionale non sia la Marini – quindi è altamente improbabile il verificarsi di quanto avvenuto con le elezioni comunali di Perugia che hanno determinato il successo dell’esponente di Forza Italia Romizi – se non altro perché il sistema elettorale che verrà adottato sarà contraddistinto da un solo turno.