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Home Politica

Messa in sicurezza del fiume Paglia. Il sindaco incontra associazioni e cittadini

Redazione by Redazione
21 Novembre 2014
in Politica, Secondarie, Archivio notizie
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L’Amministrazione comunale ha convocato per giovedì 20 novembre alle ore 21,00 presso la Sala Consiliare un incontro con le Associazioni, i cittadini ed i vari portatori di interesse, per aggiornarli rispetto agli esiti dei tavoli istituzionali che si sono svolti in questi giorni con il prefetto di Terni e la presidente della Regione Umbria in merito agli interventi per la messa in sicurezza idraulica del fiume Paglia.

Il sindaco Giuseppe Germani riferirà anche dei risultati del IX Tavolo Nazionale “Contratti di Fiume” che si conclude oggi a Venezia sul tema “Un patto per i nostri fiumi: dall’emergenza alla gestione condivisa”.

A tale proposito, ecco di seguito l’intervento del sindaco di Orvieto sul “Contratto di Fiume: Il Paglia, svolto questa mattina in occasione della giornata conclusiva della suddetta Assemblea Nazionale:

“Questo contratto di fiume nasce dalla presa di coscienza, che forse tutte le Amministrazioni dovrebbero raggiungere, di un nuovo rapporto con i corpi idrici dei comprensori amministrati.
Anni di scarsa gestione dei territori, una cultura diffusa della pianificazione urbanistica poco attenta alla sicurezza del suolo, l’abusivismo dilagante in tanti contesti del nostro Paese, se sommati agli evidenti cambiamenti climatici diventano una vera e propria miscela esplosiva che sta distruggendo, forse come mai prima d’ora, parti importanti del nostro Paese. E’ emblematica la situazione della Liguria dove, non è che si sia sbagliato più che altrove, ma che per la sua situazione orografica è più sensibile alle conseguenze di cui ho parlato.

Il ‘Contratto di Fiume’ del fiume Paglia è quindi una scelta che la mia amministrazione ha compiuto perché la negativa esperienza dell’esondazione di questo fiume – il 12 Novembre 2012 – è stata molto più di un segnale di allarme.
E’ stata un monito preciso che la comunità orvietana ha fatto suo, non solo attraverso la protesta, ma anche la proposizione di interventi che, una volta messo in sicurezza, potranno rendere il fiume più fruibile alla popolazione locale (l’idea è quella del Parco Urbano del Paglia).

Da un evento negativo, si può quindi attivare un circolo virtuoso, sempre che le Amministrazioni siano messe in condizione di agire.
Purtroppo – e lo stiamo vivendo proprio in questi primi due anni dall’alluvione – i tempi e direi, spesso anche le fastidiose consuetudini di quella serie di procedure che nell’insieme chiamiamo burocrazia, non rendono giustizia della necessità di operare con urgenza e con trasparenza; neanche negli interventi contro i rischi del dissesto idrogeologico, ed anche su questo aspetti, l’esempio di quanto sta accadendo in Liguria è un altro monito a cambiare strategia.

Io ho accolto subito e con grande favore la richiesta che veniva da molti miei concittadini e da parte di altri amministratori dell’Orvietano di attivare e sottoscrivere un Contratto di Fiume.
Un contratto finalmente per “fare sistema”, per valorizzare un bene comune, per sapere che il Fiume Paglia esiste anche quando non esonda e provoca danni per milioni e milioni di Euro.
Ma il Comprensorio dell’Orvietano è stato chiamato anche ad un’altra importante sfida: quella delle “Aree Interne”.
Un riconoscimento nazionale che fa del nostro comprensorio una palestra per mettere a punto un nuovo modo di fare politica, una politica condivisa, una politica suggerita non nelle segrete stanze, ma richiesta a gran voce da coloro che nelle Aree Interne ci vivono e vogliono continuare a farlo, che nelle Aree Interne vogliono trovare un armonico sviluppo territoriale che dia opportunità lavorative e senza che nessuno sia costretto, a lasciare il territorio di origine in maniera definitiva oppure barattando il proprio tempo e la qualità della vita attraverso un pendolarismo di necessità.

Il Contratto di Fiume è quindi molto più di un’opportunità offerta al mio comprensorio. Può costituire, infatti, quel primo passo verso una nuova e finalmente partecipata pianificazione territoriale.
Il Contratto di Fiume è un passo importante in cui si potrà finalmente vedere, in facile evidenza, chi vuole il bene dei luoghi a cui appartiene, da chi quei luoghi vuole solo sfruttareli per goderne i benefici fra pochi, e magari lontano da ciò che hanno sfruttato.
In questo c’è una grande responsabilità politica legata al passato, occorre finalmente cambiare strategia. Ma questa volta non a parole, non sarà più possibile.

Le prospettive offerte da un Contratto di Fiume e da un progetto delle Aree Interne sono troppo evidenti per consentire tentennamenti, false promesse, inspiegabili lungaggini ed impreparazione nelle scelte strategiche.
La logica dei Contratti di Fiume e delle Aree Interne prevede un coinvolgimento forte e diffuso della cittadinanza. La stessa che valuterà i risultati, ma che al contempo sarà anche testimone delle responsabilità di chi non decide o non persegue le finalità inizialmente programmate.

Forse questa grave crisi che ci attanaglia da anni ha un unico risvolto positivo e, fatemelo dire con un atteggiamento di speranza: ha probabilmente svegliato gli Italiani da un torpore e da un’indifferenza che li ha resi conniventi del degrado politico ed anche morale in cui è caduto il nostro Paese.
Non c’è da augurarsi quindi che nuovi strumenti di pianificazione territoriale come i Contratti di Fiume, che qui, in questi giorni in qualche misura stiamo esaltando, e le Aree Interne, costituiscano quegli strumenti nuovi che riavvicino con nuova fiducia e partecipazione le comunità locali alle scelte politiche”.
 

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