di Dante Freddi
Era scontato.
Chi rema contro la città in un mix di legittimi preoccupazioni personali e discutibili interessi politicanti ha avuto facilità a incontrarsi nel tentativo di bloccare la scelta di chiudere piazza del Popolo alle auto, tra l’altro soltanto per qualche giorno. Una minaccia chiara nei confronti di chi pretende di amministrare Orvieto, oggi come ieri.
L’idea che lo sviluppo turistico e commerciale sia legato alla presenza dell’auto fuori dal negozio è sbagliato, è radicato nella paura del cambiamento che è dentro ciascuno, dentro le categorie sociali ed economiche.
E ovvio che il turista percepisce che è arrivato nell’area da visitare quando trova l’isola pedonale, quando inizia la zona dei negozi , dei tavoli di bar e ristoranti, dell’accoglienza. Eppure, in qualsiasi centro storico si tenti l’ampliamento dell’area chiusa al traffico c’è un sollevamento per difendere gli interessi consolidati, da Roma a Firenze a Orvieto.
Nel nostro caso, chi ha il negozio in via del Duomo e nella parte superiore di Corso Cavour se ne frega di chi è tagliato fuori dal “passeggio” e a buon diritto difende quello che ha, preoccupato che i cambiamenti possano modificare la propria condizione e agevolare i concorrente meno privilegiati.
Ma l’amministratore deve guardare agli interessi di tutti, dei cittadini, dei commercianti e delle strutture indirizzate al turismo, deve difendere un’idea di città turistica e moderna che si può finalmente completare dopo la costruzione dei parcheggi insilati e della funicolare, dopo quarant’anni di discussioni aspre e inconcludenti. Anche negli anni sessanta, quando fu creata la prima parte dell’isola pedonale, i commercianti fecero la serrata per protesta, mossi dagli stessi motivi per cui oggi proteggono il loro prezioso pezzetto di isola pedonale e il parcheggio al loro servizio.
Niente di nuovo sotto il sole.
Il mondo migliora comunque, se c’è qualcuno che decide di scegliere e prova a guardare alle esigenze di tutti e non soltanto a quelle di qualcuno, come è stato fino a ora.
Ci auguriamo che Germani abbia la forza di resistere al tranquillo non far nulla di quanti lo hanno preceduto negli ultimi anni e la pazienza di ascoltare le incredibili considerazioni espresse dai commerciani ieri pomeriggio.