Il Comitato “12 novembre 2012”, che raccoglie molti imprenditori che hanno subito danni dall’alluvione del 12 novembre 2012, a firma del presidente Fabrizio Cortoni, si è rivolto al prefetto per sottolineare come ad oggi il rischio di un’esondazione del Paglia sia il medesimo di due anni fa. Cortoni sottopone poi al prefetto una domanda, che sembra retorica perché purtroppo ispirata alla storia delle scelte edilizie operate a Orvieto: “Una volta che finalmente vedremo effettuati gli interventi per la minimizzazione del rischio nelle nostre aree, la classe politica attuale e futura saprà resistere alle inevitabili pressioni di chi vorrà considerare quelle opere come requisito di edificabilità in quelle stesse zone?”.
Segue la lettera del Comitato.
Ill.mo sig. Prefetto di Terni
v.le della Stazione 1
05100 – TERNI (TR)
p.c.
Sig. Sindaco del
Comune di Orvieto
Oggetto: riduzione del rischio esondazione nell’Orvietano.
Orvieto, 12 novembre 2014.
Le scrivo oggi, secondo anniversario di quel nefando 12 novembre, per attestarLe quanto le aziende che rappresento abbiano avuto modo di apprezzare la Sua lettera di richiamo agli Enti competenti sulla necessità di intraprendere le necessarie opere di manutenzione, di vigilare sulla realizzazione delle stesse, per ridurre il rischio di esondazione dei corsi d’acqua nel territorio dell’Orvietano.
Da allora sono stati spesi “fiumi di parole”, mi passi l’involontaria comicità della descrizione, e realizzati pochissimi fatti.
E’ praticamente ferma la pulizia dell’alveo del Paglia, è ancora alla fase di progettazione la prevista realizzzazione di argini ed ogni altra opera di messa in sicurezza, è colpevolmente rimasto inefficiente il sistema fognario di zone che, come quella di Santa Letizia, vedono allagarsi gli insediamenti produttivi con una frequenza insopportabile.
Eppure sono state stanziate risorse economiche ed umane, proprio come è successo in Liguria. Dobbiamo continuare a sperare nella fortuna, continuare a temere ad ogni scroscio di pioggia?
Voglio chiederLe se anche Lei non crede che questo lassismo, questo rimpallo di responsabilità fra Enti preposti, possano in qualche modo configurare una potenziale colposità per quanto dovesse malauguratamente accadere in futuro.
Abbiamo poi un altro timore: una volta che finalmente vedremo effettuati gli interventi per la minimizzazione del rischio nelle nostre aree, la classe politica attuale e futura saprà resistere alle inevitabili pressioni di chi vorrà considerare quelle opere come requisito di edificabilità in quelle stesse zone?
Riuscirà a passare il concetto che quello che verrà fatto dovrà servire a proteggere l’esistente, e non a consentire una proliferazione edilizia sconsiderata?
Non Le rubo altro tempo. Torno a ringraziarLa per la Sua attenzione al nostro territorio, e contemporaneamente La esorto a continuare nella Sua opera di tutela dell’ambiente.
Cordiali saluti
Fabrizio Cortoni