La nuova realtà della gestione associata di funzioni comunali è stata al centro di un seminario di aggiornamento organizzato dalla Scuola di Amministrazione pubblica in collaborazione con ANCI Umbria, nella sede di Villa Umbra. La giornata è stata utile anche per approfondire le problematiche dei piccoli comuni che in queste ultime settimane hanno dovuto cedere ulteriori funzioni per avviarsi ad una gestione associata. L’assessore regionale Fabio Paparelli ha illustrato la situazione in Umbria sottolineando come la gestione delle funzioni associate dei Comuni sia un processo che va condiviso ed il Disegno di Legge che sarà pre-adottato lunedì prossimo dalla Giunta regionale costituirà soltanto il primo passaggio di una riforma veramente importante. “In questa momento – ha dichiarato Paparelli – per favorire l’unione comunale si andranno ad assegnare incentivi per quei comuni che si assoceranno e la Regione supporterà i comuni anche con le attività formative che saranno realizzate dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica”.
“Le Regioni devono strutturare il processo di gestione associata delle funzioni comunali per poter dare completezza alla riforma nazione e migliorare i servizi al cittadino –ha affermato Francesco Zito, Capo Segreteria Tecnica del Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, nella sua relazione sull’evoluzione della normativa nazionale in materia di gestione associata delle funzioni dei comuni -. Questo riforma è impostata per dare maggior efficacia all’azione amministrativa e cercare di migliorare l’efficienza sull’utilizzo delle risorse. In Umbria, su un totale di 92 comuni, sono 62 quelli classificati come “piccoli comuni”, ovvero con popolazione inferiore a 5000 abitanti che hanno dovuto cedere funzioni fondamentali. L’obbligo di gestire a livello sovracomunale le funzioni fondamentali, previsto dall’art. 14 del dl 78/2010, interessa tutti i comuni inferiori a 5000 abitanti, soglia che scende a 3000 per quelli appartenenti o appartenuta a comunità montane.
Le funzioni da associare sono quelle identificate come fondamentali dalla legge statale e tra queste di queste solo una (anagrafe, stato civile e servizi elettorali) può continuare ad essere gestita singolarmente, mentre le altre vanno obbligatoriamente conferite ad una unione di comuni ovvero esercitate tramite una convenzione”.