di Dante Freddi
Non c’è un euro, lo abbiamo capito, lo sapevamo, sono cinque anni che ci è stata svelata questa condizione. Di fronte a una situazione di crisi ci sono almeno un paio di atteggiamenti, di quelli che odiosamente si dicono “del buon padre di famiglia”, come se in una comunità cittadina tutti avessero gli stessi interessi e gli amministratori accorti potessero comportarsi come il “babbo” amoroso e saggio.
Le possibilità sono o diminuire i servizi o aumentare le entrate.
O togliere i figli dalla scuola o tentare la via per guadagnare di più e dar loro un futuro.
A me interessa il tentativo di guadagnare di più, anche se comporta sacrifici. Ci si può azzeccare o no, ma vale la pena. L’atteggiamento passivo per incapacità a decidere o per interesse politicante mi sembra l’atteggiamento peggiore.
Ci sono anche scelte, però, che non costano soldi, ma necessitano di idee e chiarezza di visione, possono disturbare e far imbestialire i cittadini più pigri e quelli attenti soltanto alle proprie esigenze. Un amministratore è una guida della propria comunità, o almeno così dovrebbe essere, e quindi ci attendiamo che utilizzi con coraggio la sua possibilità di incidere sulla qualità del vivere di ciascuno di noi e di tutti.
Su facebook e sulle pagine dei nostri giornali web impazzano segnalazioni sulla necessità di piccoli interventi di manutenzione.
Certamente anche questo lavoro richiede tempo, continuità ma soprattutto sensibilità e decisione.
Al bambino che non tiene le orecchie pulite il “buon padre” insegna a farlo, se lui stesso è abituato a lavarsi e sa vedere la “sporcizia”. La segnaletica trascurata, arredi indecenti , un po’ di erbacce, rifiuti che si accumulano in qualche angolo sono di per sé piccola cosa, ma offrono una connotazione del luogo, indicano un metodo, fanno sapere se lì ci si “lava” o no.
La manutenzione costa, ma ora il Comune di Orvieto non ha più scuse e l’assessore Gnagnarini, che ci ha spiegato come la tassa di soggiorno e l’aumento dei parcheggi saranno risorse utilizzate per il decoro e la manutenzione della città, dovrebbe attivare, insieme agli altri suoi colleghi, tutte le azioni utili per vedere i danni e ripararli. Il segnale lanciato dall’iniziativa “Puliamo la Piave” è buono, ma è soltanto un segnale.
Ora, presto, a costo zero e impatto cento, ci attendiamo di discutere di chiusura del centro storico al traffico, di una nuova viabilità che chiuda piazza Duomo. Vorremmo che l’Amministrazione ponesse in agenda la partecipazione su un’idea moderna di città e di territorio, che ci fosse, insomma, una politica amministrativa.
E, tanto per non parlare sempre di erbacce e mondezza, offriamo come emblema del ragionamento sul decoro questo scempio, che appare a chi esce dall’autostrada e si dirige a Orvieto. Possibile che non si trovi una soluzione?