PERCHÉ TUTTO TACE NELL’ALTO ORVIETANO?
Caro Barbabella,
i cinque Comuni dell’Alto Orvietano, fallita l’iniziativa della fusione, non hanno risolto i problemi che con la fusione volevano risolvere. Tutto tace. Lei che è originario di Allerona sa che aria tira da quelle parti e se qualcosa cova sotto la cenere?
Gregorio
Non bastano le origini per sapere che cosa accade in una determinata realtà. E anche se ho amici nelle diverse zone, non posso certo arrogarmi il diritto di parlare di ciò che gli amministratori pensano o progettano. Tuttavia, da quel che capisco molto indirettamente, i problemi che c’erano ci sono ancora, con una novità molto rilevante: l’affermazione di una nuova classe dirigente. Nuova per formazione, per libertà di pensiero, per determinazione a far bene e per attaccamento alla propria terra. La sconfitta del progetto di fusione dei cinque comuni, decretata da un netto successo delle liste civiche in tre di essi, dimostra che la via per risolvere i problemi non è la politica come manovra, ma la politica come progetto di rilancio e sviluppo: solo su questa base si possono anche individuare le migliori soluzioni tecnico-giuridiche, le modalità e i tempi di attuazione. Soprattutto, è fallita una visione ristretta, territorialmente e politicamente. Ne tragga finalmente lezione anche Orvieto. Dipenderà infatti anche da Orvieto se alla fine prevarrà la spinta alla frammentazione o quella opposta all’unità territoriale mediante un progetto di valorizzazione di tutte le potenzialità oggi in gran parte latenti e comunque non concorrenziali.
IL VINO RISCHIA DI DIVENTARE UNA CINESERIA?
Caro Barbabella,
l’estate è stata umida e la vendemmia è in ritardo. Ma i cantinieri orvietani assicurano che il raccolto è abbondante e che il vino sarà buono; anzi, sarà particolarmente profumato. Strategia di comunicazione commerciale? Vi sono tecniche per sostituire il sole?
Agata
Non ho né adeguata preparazione tecnica né informazioni sufficienti per rispondere in modo serio ad una domanda così precisa. Però, che ci siano procedimenti chimici per correggere i sapori, le tonalità di colore, i profumi dei vini, non é certo un segreto. Non stiamo parlando di sofisticazioni, ma di procedimenti del tutto legali, che insieme agli effetti delle tecniche di coltivazione e di raccolta consentono di immettere sul mercato prodotti diversificati che vanno incontro alla pluralità delle situazioni e al mutare dei gusti, in un mercato allargato diventato mondiale. Certo, non è raro riscontrare soluzioni talmente spinte che fanno sorgere la domanda se il vino si fa ancora con l’uva e generano la ricerca salutistica di prodotti in purezza e biologici. È questa l’epoca che viviamo. Anche io vado alla ricerca di un buon prodotto, ma senza quell’ossessione delle particolarità e delle garanzie assolute che di fatto impediscono di gustare uno dei prodotti che la terra, il sole e la scienza umana ci hanno regalato da qualche millennio. No, la tecnica può aiutare solo a correggere le condizioni che si generano in natura. Chi va oltre non produce vino, quanto piuttosto cineserie.
RENZI PIACE ALLA DESTRA IN ITALIA, MA PERDE CON LA DESTRA EUROPEA
Caro Leoni,
ho l’impressione che lei sia uno di quei destrorsi che fanno un tifo sfegatato per Matteo Renzi. Dica la verità, è l’eterogenesi dei fini (bella, eh?) che si meritano tutti quei sinistri che le hanno combinate di cotte e di crude sicuri che sarebbero durati in eterno perché dotati di una superiorità morale a prova di storia. Io però penso che dovrebbe essere un po’ più prudente, perché mi pare che in fatto di parole e slogan il ragazzo di Firenze è dotatissimo, ma come successi scarseggia non poco. Le segnalo l’articolo che segue: riguarda l’Europa, perché è lì che si gioca per la gran parte il nostro destino. Lì il furbo ragazzo ha toppato favorendo di fatto la destra tedesca contro gli interessi italiani, e non basta la propaganda per nasconderlo. Lei però non mi dica che se ne frega dell’Europa. Ecco l’articolo da lincare:
www.ilsussidiario.net/News/Politica/2014/9/23/EURO-FALLIMENTO-Renzi-e-Hollande-bidonati-dalla-Merkel/530811/
Francesco C
Caro Francesco, credo che lei abbia sbagliato interlocutore. Non sono in grado di addentrarmi come lei nei misteri dell’Unione Europea e di valutare la qualità di un giornalista e di un articolo. Se così fosse la mia collaborazione costerebbe troppo cara a Orvietosì. Quanto a Renzi, non è colpa mia se il giovane premier sta girando il coltello nelle piaghe della nostra società: sindacalisti di mestiere che s’ingrassano coi contributi, dei lavoratori, compresi quelli dei fannulloni e dei sabotatori, e se ne fregano dei precari e dei disoccupati; magistrati che spesso, per tenere sotto scacco la politica, non si occupano dei delinquenti che incasinano le vite delle persone comuni; vecchi arnesi della politica che, drogati dal potere e dall’esibizione delle loro facce toste, tramano per non essere messi a riposo. Camusso, De Magistris, D’Alema, “nun te reggae più”, come cantava il bravo Rino Gaetano. Che c’è di strano se brave persone di destra e di sinistra godono insieme nell’assistere allo spettacolo? Se poi Renzi riuscirà a cavare qualche ragno dal buco non lo so, ma qualcosa senz’altro resterà: le parole sono pietre.
IL PORTALE REGIONALE PER GLI ANZIANI “ARGENTO VIVO”: UTILITÀ O PROPAGANDA?
Caro Leoni,
leggo sul giornale del suo amico Dante Freddi che l’assessore regionale Carla Casciari in occasione della festa dei nonni ha presentato il portale “argento vivo”, con cui si vorrebbero seguire i problemi della terza e quarta età ed aiutare i nonnetti a vivere meglio e ad essere utili alla società. Lei è sempre molto attento a questi problemi e discute spesso di politica per gli anziani. Lei pensa che questa iniziativa della regione sia adeguata ai problemi o sia una delle tante dimostrazioni di abilità propagandistica che vorrebbe nascondere gravi e prolungate inadempienze, e non solo per mancanza di soldi?
Rosaria G
Cara Rosaria, l’istituzione del portale regionale www.argentovivoumbria.it mi sembra una iniziativa non solo utile, ma doverosa. La sua utilizzazione da parte dei moltissimi anziani non informatizzati è impossibile direttamente, ma è possibile con l’aiuto di chi si occupa in qualche modo di persone anziane. Ovviamente nel sito compaiono solo foto di vecchietti che ridono beatamente e non certo di vecchietti incazzati, che sono quasi tutti. Ma, finché non ci si decide ad abolire le Regioni, ci dobbiamo accontentare.
Il circolo vizioso del provincialismo orvietano
Di Pier Luigi Leoni
Che Orvieto sia una città eminentemente turistica è scontato. Ma il turismo non è tutto uguale. Vi sono visitatori di pregio, che vanno incoraggiati, e altri che non possono essere scoraggiati (perché in un Paese civile la circolazione è libera), ma che vanno semplicemente sopportati. La qualità dei turisti è rispecchiata dalla qualità degli alberghi, dei negozi e dei pubblici esercizi, nonché dalla cura delle strade e dei monumenti. Quindi la qualità dei turisti che visitano Orvieto non è di pregio, anche se vi sono delle eccezioni che, come si sa, confermano la regola. L’uscita da questo circolo vizioso è indispensabile per la ripresa e lo sviluppo dell’economia orvietana. Ma è possibile? Credo che sia difficile e faticoso, ma non impossibile. Si tratta di spezzare la catena del provincialismo che tiene bloccati sia l’amministrazione civica che gl’imprenditori locali. Si tratta di non vergognarsi se il mondo è pieno di persone geniali che non sono nate e cresciute in Orvieto e di idee brillanti che non sono state partorite nei bar cittadini o nel palazzo comunale. Orvieto è piccola e la genialità conseguentemente scarseggia. Lorenzo Maitani era senese, Luca Signorelli era cortonese; ma Ippolito Scalza era orvietano. In attesa di un altro Ippolito, cerchiamo i Lorenzo e i Luca che sono emersi in Italia e nel mondo.