di Pier Luigi Leoni
Nell’ambito urbano, le strade, le piazze e le altre aree pubbliche in qualsiasi modo denominate, dove chiunque può circolare almeno a piedi, fanno parte del demanio comunale. Il demanio è un antico istituto giuridico che connota un particolare titolo di proprietà dello Stato, del Comune o di altro ente pubblico rappresentativo di una comunità. In queste aree la libertà di circolazione è garantita e regolata da norme di diritto pubblico; l’uso esclusivo da parte di privati è soggetto a concessione onerosa e deve essere comunque compatibile con l’interesse pubblico; nessuno può appropriarsi di un bene demaniale, nemmeno con l’usucapione ventennale. Questo è il quadro giuridico, ma, nella realtà dei fatti, si assiste alla diffusa abitudine dei possessori di abitazioni e di negozi che fronteggiano le aree pubbliche di considerarle come loro pertinenze. C’è chi le abbellisce con vasi e fioriere e addirittura piantando essenze ornamentali; c’è chi vi colloca panche e cucce per il cane; c’è chi le adopera come deposito di legna o di ciarpame. Ciò avviene senza oneri, e con la tolleranza della vigilanza comunale, in vicoli e strade secondarie. Invece le occupazioni private sulle strade principali sono più controllate e legalizzate, anche se abbondano gli abusi da parte degli esercizi pubblici che debordano con tavoli e sedie dagli spazi assegnati. Questa è la situazione: i frontisti si sentono un po’ padroni delle aree pubbliche per i loro comodi, ma non per la pulizia e la manutenzione. Qualcuno, nei vicoli, spazza davanti a casa sua, ma imprecando contro l’inefficienza del servizio di nettezza urbana. Qualche negoziante fa pulizia davanti al proprio negozio, ma pure lui imprecando contro il Comune e le tasse.
Sarebbe oltremodo opportuno che, in ogni area urbana, i più volonterosi e muniti di forze e di tempo libero, provvedessero alla pulizia quotidiana in cambio di una riduzione della tassa rifiuti. Questo tipo di volontariato “interessato” andrebbe promosso e incoraggiato dall’amministrazione civica con l’obiettivo di instaurare l’uso civile, diffuso nel Centro e nel Nord Europa, di tenere pulito davanti a casa propria. Ne beneficerebbero il decoro del centro urbano e le finanze comunali; ma anche la salute psicofisica dei cittadini, dato che “chi lavora non pecca”.