Papa Francesco, nel sinodo sulla Famiglia, sancisce per la Chiesa una nuova via anche sui matrimoni omosessuali con l’obiettivo, pur non essendo equiparati al matrimonio tra uomo e donna, di trovare in essi la verità e la misericordia per tutti, apprezzandone più i valori positivi che custodiscono, anziché i limiti o le eventuali mancanze.
Angelino Alfano, ministro dell’Interno della nostra Repubblica, ha inviato una circolare a tutti i Prefetti d’Italia chiedendo di ritenere nulli i matrimoni contratti all’Estero tra persone dello stesso sesso.
Ad Orvieto è stata presentata in Consiglio Comunale, da alcuni consiglieri di opposizione, una mozione a favore e difesa della Famiglia Naturale, come quella composta da un padre e da una madre, per ribadire e riconoscerne l’esclusiva valenza giuridica e sociale.
Tribù, gruppi, etnie, villaggi, comunità, popolazioni, stati e nazioni hanno avuto origine partendo da una Famiglia.
La Famiglia è quindi la base fondante della Società.
La Famiglia è, o almeno dovrebbe essere sempre, il luogo del bene, dell’educazione, del rispetto, della formazione culturale e sociale, del riparo sicuro e della guida, del sostegno e della fiducia (o fede), della tradizione, della Vita, del passato del presente e del futuro, della conclusione serena della nostra esistenza. A prescindere.
Della Famiglia però la nostra Società ha presto e spesso dimenticato o travisato il suo scopo primario: il trasferimento cioè dei principi educativi da un essere umano, adulto, ad un altro essere umano, più piccolo.
Questa è l’unica e sola cosa che dovrebbe importare a tutti, a prescindere dalla convenzionale struttura della Famiglia, fatta da un padre, madre e da una eventuale prole.
A prescindere perciò anche dalle coppie o dalle unioni di fatto, dai figli concepiti fuori dal matrimonio, dai gruppi allargati con più padri o madri, dagli omosessuali ed eterosessuali, dai divorziati, dagli abbandoni, dai vedovi.
La Famiglia non ha bisogno di una mozione politica per essere tutelata.
È necessario invece un intervento politico dello Stato per definire il Diritto ad una diversa struttura della Famiglia, fermo restando il Dovere di tutti, in essa, di non modificare, orientare o indurre la personalità di ogni individuo diversamente dal proprio “essere e sentire”.
Perché negare quindi i benefici legali del matrimonio e del mutuo soccorso reciproco ad una unione di fatto o ad una coppia etero o omosessuale?
Perché una coppia non sposata, etero o omosessuale, non può adottare un orfano, e crescerlo secondo quei principi di amore, educazione, cultura universale che dovrebbero essere alla base della Società civile?
Un padre o una madre, soli, vedovi, o separati, che da soli crescano un figlio sono forse genitori di serie B, o è diminuito il valore della loro Famiglia?
Le unioni di fatto, la condizione di single o vedovanza, l’omosessualità non sono una colpa, una malattia, una devianza né una perversione.
Non ammettiamo più che la Vita si delinei secondo una cristiana accettazione delle cose, trasformando e condizionando invece ogni cosa solo al nostro volere e desiderio, così come ai nostri pregiudizi e sovra-strutture mentali.
Ma diverso è eticamente sostituirci alla Natura o a Dio (dipende dai punti di vista) pretendendo, a tutela solo del proprio “Diritto”, di sceglierci il dono della maternità o paternità al di fuori della Natura, indirizzando e piegando la genetica, e facendo prevalere solamente la logica del “Voglio” a tutti i costi.
Questa visione della Vita e del Mondo è la vera perversione dell’Uomo, non una moltiplicata, nuova, forse anche necessaria, struttura della Famiglia.