Riceviamo da Vittorio Fagioli, portavoce Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante, e pubblichiamo
Il comunicato comparso su varie testate on line da parte della società ITW-LKW Geotermia Italia S.p.A. cerca solo di pescare-al solito-nel torbido.
I dati inconfutabili che conteneva il comunicato della Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica (che si allega, per chi volesse fare verifiche) sono due:
1) La vittoria riportata in Parlamento, quando la Commissione Ambiente ha bocciato l’ennesimo tentativo dell’on. Ignazio Abrignani (ma anche di altri parlamentari –in maggioranza toscani- del PD) di stravolgere la legislazione a favore delle lobbies geotermiche, ivi inclusi i casi di Castel Giorgio e di Montenero. Dopo questa bocciatura la decisione finale per l’autorizzazione degli impianti geotermici resta saldamente in mano alle Regioni, attraverso l’istituto della “intesa”.
2) La Risoluzione presentata i giorni scorsi, prima firmataria l’on. Chiara Braga (PD), che impegna il Governo ad applicare una “moratoria” sugli impianti in via di autorizzazione, finché il Governo non avrà rivisitato il vecchio piano geotermico lobbistico di Scajola.
Non compare nel nostro comunicato- e perciò non capiamo di ciò che la società si doglie nei nostri confronti- né la dichiarazione che gli impianti piloti geotermici siano stati bocciati dalla Commissione Ambiente e dal Parlamento, sapendo bene che la autorizzazione di Castel Giorgio è pendente alla Commissione VIA. Quello che possiamo però dire ai lettori –ed è una notizia- è che il 24.10.2014 nella seduta plenaria della Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente, incaricata di dare il previsto parere circa Castel Giorgio, per fortissimi contrasti tecnici interni alla stessa Commissione, ogni decisione è stata rinviata ad altra seduta (!).
Similmente non abbiamo mai detto che la Risoluzione Presentata dall’on. Braga (PD) sia stata approvata dalla Commissione e dal Parlamento, limitandoci a dire che è stata presentata alla Commissioni competenti che dovranno analizzarla; ma anche qui una nuova notizia: l’avvio della discussione nelle Commissioni della risoluzione Braga avverrà i prossimi giorni.
In merito infine al fatto che ci rivolgiamo spesso a voi definendovi-insieme ad altri, per la verità, siete in buona compagnia!- come “lobby speculativa” esso è vero e tentiamo di spiegarlo ancora una volta: la privatizzazione della geotermia operata dal piano Berlusconi-Scajola del 2010 e l’enorme incentivazione – pagata dalle tasche dei cittadini e imprese- al settore riservata (in particolare per gli impianti c.d.” pilota” che è il triplo della restante geotermia), in un momento in cui nella crisi -che dura da circa 8 anni- i consumi elettrici sono precipitati, obiettivamente prefigurano un’operazione puramente finanziario- speculativa con ritorni economici per le imprese incredibili. Non abbiamo alcun bisogno -dentro una crisi definita dal MEF “peggiore di quella del 1929” – di produrre ancora energia elettrica in questo nostro paese, tanto che l’ENEL (!) comincia a chiudere i propri impianti, come la stampa ci informa in questi giorni…
Cordiali saluti,
Vittorio Fagioli, portavoce Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante
ALLEGATO (VEDI DIETRO)
Comunicato stampa 19.10.2014
Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante
Dopo il successo di domenica 5 ottobre ad Orvieto -in cui associazioni provenienti da varie regioni del Paese, parlamentari, sindaci, tecnici si sono confrontati ed hanno definito gli obiettivi prossimi uniti nella comune battaglia di impedire che lo sfruttamento della geotermia speculativa ed inquinante diventi un ennesimo attacco ai territori, anziché una risorsa per tutto il Paese- una ennesima vittoria è stata riportata ieri in Parlamento quando la Commissione Ambiente ha bocciato l’ennesimo tentativo del solito on. Ignazio Abrignani (ma anche di altri parlamentari –in maggioranza toscani- del PD) di stravolgere la legislazione a favore delle lobbies geotermiche ivi inclusi i casi di Castel Giorgio e di Montenero. Dopo questa bocciatura la decisione finale per l’autorizzazione degli impianti geotermici resta saldamente in mano alle Regioni attraverso l’istituto dell’intesa.
Ora il percorso appare più lineare: la Risoluzione presentata i giorni scorsi, prima firmataria l’on. Chiara Braga, impegna il Governo ad applicare una “moratoria” sugli impianti in via di autorizzazione finché il Governo non avrà rivisitato il vecchio lobbistico piano geotermico di Scajola, sulla base anche delle risultanze della vicenda del terremoto dell’Emilia Romagna del 2012 e –ci auguriamo- delle richieste della Rete Nazionale già da tempo avanzate in accordo con i sindaci dei territori e le numerose associazioni che in molte regioni del paese si sono attivate.
Crediamo che dopo lo scampato pericolo del colpo di mano che avrebbe tolto alle comunità regionali di decidere del proprio territorio, le Regioni , e segnatamente la Regione Umbria -avendo sul tappeto richieste per 3 impianti geotermici tutti sull’altopiano dell’Alfina (Castel Giorgio della società ITW-LKW e altri due impianti della Toscogeo che interessano territori siti nei comuni di Allerona, Castel Viscardo, Castel Giorgio e Orvieto) -debba andare avanti nella sue legislazione per individuare-anche con il contributo essenziale degli amministratori locali- le aree non idonee alla realizzazione di tali impianti, oggi praticamente non esistenti, sulla falsariga di altre regioni, l’ultima delle quali-in ordine di tempo- è la stessa Regione Toscana , che si è finalmente resa conto della invasività di tali impianti industriali, troppo a lungo taciuta.
La Regione Umbria deve intervenire tenendo conto anche che l’Orvietano e l’altopiano dell’Alfina segnatamente è stato individuato, d’intesa con il Governo, come “Area Interna”. Questo comporta che lo sviluppo economico del Comprensorio Orvietano deve necessariamente cessare di essere estemporaneo e basato sulle pressioni delle lobbies e dei singoli portatori d’interesse che, come cita il testo ministeriale sulle Aree Interne, “…possiamo definire come nemici delle aree interne…” avendo “…estratto risorse – costruendo posizioni di rendita significative – anziché innovare. Sono stati realizzati interventi – discariche, cave, impianti per l’energia eolica o l’utilizzazione di biomasse e altro ancora – che non hanno generato benefici locali di rilievo” per i territori, ma solo tratto profitto per alcuni.E quanto i territori si aspettano dall’assessore Rometti competente per materia.