di Pirkko Peltonen
Fa proprio una gran tristezza la notizia che il maestro Carlo Frajese abbia dovuto cancellare il già programmato Festival Valentiniano. Doveva portare ad Orvieto, dal 20 al 28 settembre, ben otto eventi tra musica pura e le sue contaminazioni (cinema, conferenze…). Il motivo, nella sua crudezza, è presto detto: mancanza di finanziamenti; l’impossibilità per il Maestro di accollarsi di persona tutte le spese.
Fa tristezza, perché l’offerta musicale creata dal maestro Frajese è stata, negli anni, uno dei rari appuntamenti, in Orvieto, con la musica “vera”. Dico questo, sia memore delle scelte sempre di straordinaria qualità fatte dal Maestro (la sua capacità di scoprire nuovi talenti un attimo prima che diventassero star internazionali – ricordo per es. il Trio di Parma, e alcune voci strabilianti provenienti dall’Oriente), sia perché sono convinta che la “vera” fruizione della musica nasce dall’ascolto di una varia gamma di emozioni, e non soltanto dal presenziare ai rituali monumentali.
Delizia di ascolto, ma anche formazione all’ascolto; ecco che cosa è stato il Festival Valentiniano. Che peccato! Il cappio si stringe sempre di più: nella dura lotta per dare alla cultura – in questo caso, alla musica – gli strumenti per allargarne la fruizione, soccombe chi la lotta la fa lontano dalle fanfare. Credendo, con caparbietà, alla sola forza della “gran bellezza”.