Si può affermare, senza tema di circostanziata smentita, che il rapporto tra politica e popolo sia come una lunga e buia notte ottenebrata dal malcontento delle genti e della quale, nonostante speranze e proclami, non si intravvede ancora il sospirato termine. Il quadro è davvero sconsolante: anche sotto il governo Renzi la distanza tra governanti e governati aumenta, cresce a dismisura, si allarga, diviene quasi un cratere e ai più appaiono le annunciate riforme dei vuoti discorsi, regnando oramai una diffusa rassegnazione.
A sostenere l’assunto di cui sopra non è il Vostro opinionista, il che poco o punto conterebbe, bensì Alessandra Ghisleri direttrice di Euromedia. Dalle sue indagini demoscopiche, cercheremo di trarre utili indicazioni e proficui insegnamenti.
Se è vero che sia sempre più profondo il fossato che divide i cittadini comuni dai “palazzi del potere”, non meno insuperabile è quello frapposto tra i ricchi di ieri e di oggi, alcune migliaia, e i vecchi e i nuovi poveri, la stragrande maggioranza della popolazione. Esiste dunque il fossato delle diseguaglianze, sociali, economiche, reddituali, come esiste quello delle discriminazioni etniche e religiose ed, anche, quello tra chi paga le tasse fino all’ultimo centesimo e chi le evade in assoluta comodità generando, così ed inevitabilmente, dei veri e propri mostri leviatani. I “professionisti della politica” insistono nel parlare di imminenti riforme che, per delusione, non appassionano quasi più nessuno, mentre i cittadini vorrebbero invece conoscere quali concreti e fattibili provvedimenti di taglio sistemico saranno adottati per tentare di rianimare un’economia asfittica e sull’orlo del collasso finale.
E in tal modo il fossato tende a dilatarsi!
Sicuramente, poi, si è esagerato nel festeggiare, agli inizi di agosto, il primo passo della riforma del Senato poiché l’iter costituzionale è così irto di insidie che, probabilmente, confermerà l’impossibilità di riformare per davvero uno Stato obsoleto, stantio, paralizzato da un apparato dirigente che ha un solo obiettivo strategico: conservare il proprio potere, mantenere gli elevati emolumenti stipendiali, difendere a tutti i costi benefici e privilegi degni dei peggiori anni del regno savoiardo. Ma i reali problemi sono ben altri e, tra essi, lotta alla dilagante disoccupazione, riduzione effettiva dei costi della politica, perequazione dell’iniquo sistema fiscale vigente e, non da ultimi, contrasto alla criminalità ordinaria ed organizzata, auspicabile rilancio dell’economia nazionale, contrazione sostanziosa della spesa pubblica e abbattimento dell’evasione ed elusione tributaria.
Il dr. Renzi è sulle prime piaciuto per una svariata serie di motivi e circostanze a lui favorevoli ma, da quando ha iniziato ad impattarsi con la cruda realtà, tutto ha principiato ad affievolirsi. E’ come se fossero trascorsi inutilmente i terribili anni dal 2008 al 2013 ed, inoltre, è come se il potere politico fosse rimasto immobile nonostante cinque diversi Presidenti del Consiglio dei Ministri.
Credo tutto vero: epperò il fossato più abissale va individuato nel divario persistente tra il Governo della Repubblica e le nuove e più anziane generazioni. Le nuove a ragione della sfiducia nel loro futuro, le più anziane a ragione delle loro pensioni sempre più misere e comunque pronte a battagliare qualora fossero decisi consistenti tagli alle stesse. Per non dire poi di esodati ed incapienti!
Nell’immaginario collettivo la “casta politica” prosegue indefessa nel suo cammino di autoconservazione e di autoriproduzione e ciò, ineluttabilmente, scatena astio, rancore, risentimento, fino ad arrivare a forme più o meno latenti di odio nudo e crudo. E’ tutto il contrario di quello che, all’opposto, dovrebbe accadere in una società lacerata e quindi bisognosa di massima coesione ed armonia per potersi risollevare.
E invece continuano a dilagare gli scandali giudiziari, la corruzione, il malaffare e le vergogne pubbliche tanto da sedimentare un esteso sentimento di pessimismo generalizzato. La gente vuole e pretende precisi e nitidi segnali di cambiamento che però non arrivano, generando in tal guisa ancora maggiori dilatazioni di quel fossato che, paradossalmente, per il potere costituito sta assumendo sempre più le fattezze di un valido scudo di protezione.
E’ infatti il fossato che separa e difende le donne e gli uomini della politica dalla furiosa rabbia popolare!