Riceviamo da Gino Rotella, della lista di minoranza al Comune di Porano “Porano bene comune ” e pubblichiamo. La determinazione delle aliquote, non essendo ancora pubblicata la deliberazione del Consiglio, sono verificabili soltanto nella proposta della Giunta al Consiglio.
Segue la nota di Gino Rotella.
A 90 giorni dall’insediamento, la Giunta Comunale di Porano decide solo l’aumento delle tasse: nessun progetto, nessuna idea. Solo tasse.
E la TASI, nata per compensare il mancato gettito dell’IMU, diventa per molti una stangata più alta della stessa IMU 2012 e molto più alta della vituperata ICI soppressa e poi sostituita con l’IMU (d. lgs n. 23/2011) dal Governo Berlusconi.
Resoconto sintetico del Consiglio Comunale del 5 settembre 2015.
La Giunta propone due Regolamenti: IMU e TASI. In entrambi, come Porano Bene Comune, rileviamo l’impostazione rigida e burocratica (senza anima) basata sulla concezione di una gestione/passa carte dell’attività comunale e l’acquisizione pedissequa del contribuente come “soggetto passivo”.
Con le nostre proposte abbiamo migliorato i regolamenti, facendo inserire importanti punti a salvaguardia dei diritti e delle prerogative dei contribuenti, ma non siamo riusciti invece a far modificare le aliquote proposte e difese con caparbia e miope ostinazione dalla Giunta e dalla (silente) maggioranza che, affidandosi soltanto a parametri tecnici, hanno rinunciato a svolgere il loro ruolo politico di amministratori, nell’interesse dei cittadini.
Avrebbero potuto scegliere una più equa articolazione delle aliquote. Non l’hanno fatto. Avrebbero potuto razionalizzare le spese che la TASI copre. Non l’hanno fatto, limitandosi semplicemente a decidere le seguenti aliquote: 2,9 per mille per l’abitazione principale e pertinenze (abitazioni “normali”); 2,4 per mille per l’abitazione principale e pertinenze (abitazioni di lusso); 1 per mille per i fabbricati annessi all’attività agricola; – 1 per mille per tutte le altre tipologie. Con detrazioni a scaglioni, non improntate alla progressività che la Costituzione pone ai tributi, per le abitazioni principali fino a € 600 di rendita catastale.
Le nostre obiezionidi fondo sono le seguenti:
- Le detrazioni, non essendo progressive, contrastano con gli articoli 3 e 32 della Costituzione (I cittadini sono uguali difronte alla legge.Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.);
- Le aliquote di Porano sono tra le più alte d’Italia(la legge consente di scegliere tra lo zero e il 3,3 x mille). Perciò andavano mitigate con il quoziente familiare;
- I comuni più virtuosi hanno abolito la TASI riversando, ad esempio, le entrate provenienti dall’impianto fotovoltaico. A Porano invece quelle entrate riempiono un pozzo senza fine;
- Tra le uscite sono inclusi – in contrasto con la legge – i “Servizi demografici” che, com’è noto, non sono “indivisibili” (giacché ciascun cittadino paga l’apposito tributo).
Sarebbe potuto andare diversamente? Certo che sì.
La nostra concezione sulla tassazione comunale si basa difatti sul presupposto costituzionale di equità, assente nella delibera approvata dalla Giunta. Mentre ancora una volta è palese il silenzio dei due rappresentanti della lista civica “Per Porano”, la sedicente “Opposizionechehavinto”: uno muto e l’altro farfuglia, nonostante un suggeritore in platea, luoghi comuni e pone inconcludenti domande. Non propongono niente, ma continuano a chiedere astrattamente in consiglio comunale, ignoranti delle loro prerogative, “convenzioni” e atti che potrebbero ottenere in qualità di consiglieri, direttamente dal funzionario: ma sanno esattamente cosa chiedere?