PEDONALIZZARE PIAZZA DEL POPOLO?
Caro Barbabella,
si parla di pedonalizzazione di piazza del Popolo e di trasferimento permanente del mercato a piazza Cahen. Mica sarà vero?
Maria Concetta-Orvieto
Mah, che le devo dire? Messo così, questo mi sembrerebbe uno di quei provvedimenti improvvisati che non hanno né capo né coda. Vorrei capire anzitutto che cosa vuol dire pedonalizzare piazza del Popolo (Tutti i giorni? Giorno e notte? In funzione di quali attività?). E poi vorrei anche capire quale uso si vuol fare di piazza Cahen (Mercato settimanale? Giornaliero? Punto di ingresso alla città storica?). E credo bisognerebbe anche conoscere a quale piano della mobilità si pensa. Insomma, quale è l’idea di città in cui rientrerebbe una tale decisione? Se capisco questo posso anche dire la mia. In mancanza, mi astengo.
LA FACCIA DI LEONI
Caro Leoni,
m’ero abituato alla sua faccia nelle riprese di Pelliccia del consiglio comunale di Orvieto; ma non mi sono mai abituato ai suoi interventi, troppo brevi e complicati. Non la rimpiango.
Pietro- Ciconia
Nemmeno io mi rimpiango. E non rimpiango spettatori come lei.
DESTRA E SINISTRA
Caro Barbabella,
con i partiti non ci si capisce più una mazza. Chi è di destra e di sinistra? Berlusconi fa lingua in bocca con Renzi, che di questo è il più felice del mondo. La presidente dell’Umbria, che viene dal PCI, dice che si vuole alleare con il nuovo centro destra di Alfano. Per me è chiaro che non glie ne frega niente delle idee e vogliono solo mantenere il potere. Lei, che è stato sempre di sinistra o almeno così lo abbiamo visto, che dice di questa situazione?
Fernando
Ricorda? Giorgio Gaber cantava: “cos’è la destra, cos’è la sinistra? …”. Una risposta compiuta alla sua domanda richiederebbe un trattato, ciò che però mi è vietato, anche perché mi si accusa spesso di eccesso di ragionamento e di lungaggine. Dunque in poche battute le dirò che, mentre sul piano dell’ispirazione ideale e degli orientamenti culturali generali una distinzione tra destra e sinistra può giustificarsi e può ancora avere, almeno credo, un valore dialettico costruttivo e un significato di differente dinamismo operativo, sul piano degli schieramenti e delle alleanze di governo, soprattutto locali, lo ha molto di meno. Io dunque, mentre continuo a pensare che la prospettiva migliore è un rapporto stretto tra libertà e uguaglianza, non mi scandalizzo per la collaborazione tra forze e soggetti diversi, anche molto diversi. Mi meraviglio che non si dia priorità alle strategie di governo, alle cose da fare e al modo di farle, perché è su questo terreno che si dovrebbero costruire le alleanze. Altrimenti, ha ragione lei, sono solo giochi di potere. Oggi la cartina di tornasole sono le idee, le scelte, la competenza e la capacità operativa, e naturalmente la credibilità di chi parla e agisce. Bisogna essere riformatori sul serio, non maestri di manfrina e di carrieretta! Può non piacere, ma per questo la fedeltà al buio non va più di moda. D’altronde già nel 1947 quel grande filosofo che è stato Karl Raimund Popper diceva che in politica si deve essere “meno religiosi e più concreti” e conseguentemente consigliava di “tentare di occuparci di politica al di fuori della polarizzazione sinistra-destra”. Se gli avessimo dato ascolto a tempo debito non crede anche lei che oggi non saremmo nelle condizioni che sappiamo?
Volontariato nei servizi pubblici comunali: una speranza e una necessità
di Pier Luigi Leoni
L’attività di volontariato non è definibile in modo univoco nemmeno ricorrendo al concetto di attività disinteressata. Infatti anche la più spontanea e generosa attività a favore del prossimo implica un interesse, se non altro di natura morale. E poi, a complicare le cose, intervengono le ideologie. L’ideologia socialista guarda di traverso il volontariato perché sottrarrebbe forza morale all’impegno collettivo per il funzionamento dei servizi sociali che dovrebbero essere garantiti dagli apparati pubblici. L’ideologia liberista tende a sottovalutare il volontariato perché alieno dall’interesse economico che starebbe alla base del progresso e della libertà.
Allora vale la pena attenersi al concetto di volontariato sintetizzato dalla legge-quadro nazionale che si propone il riconoscimento e la valorizzazione del volontariato organizzato: “Ai fini della presente legge per attività di volontariato deve intendersi quella prestata in modo personale, spontaneo e gratuito, tramite l’organizzazione di cui il volontario fa parte, senza fini di lucro anche indiretto ed esclusivamente per fini di solidarietà.” Ma la legge regionale dell’Umbria va oltre e riconosce e valorizza anche il volontariato non organizzato: “I cittadini singoli o i nuclei familiari che intendano prestare la propria opera gratuitamente nell’ambito di attività svolte dai pubblici servizi sono iscritti a domanda in apposito elenco istituito presso il comune di residenza e suddiviso per settori di intervento.”
Nella nostra città, il volontariato non solo esiste, ma può crescere, se è vero ciò che ha rilevato il CENSIS con una indagine del 2013 che ha avuto come campo di osservazione tutta l’Italia: “Nella dimensione valoriale, i risultati della ricerca del Censis evidenziano che la crisi antropologica che ha profondamente segnato il Paese (l’egoismo diffuso, la passività, l’irresponsabilità, il materialismo spinto) potrebbe essere giunta alla fine della sua propagazione e le energie per una inversione di rotta ci sono tutte, anche se in forma potenziale, da attivare”.
La nostra amministrazione civica è stretta nella morsa del piano di riequilibrio decennale, che lega ogni speranza di maggiore efficienza dei servizi comunali alla loro razionalizzazione e al reperimento di risorse diverse da quelle fiscali, ormai praticamente al livello massimo. È il momento della promozione di un volontariato specificamente dedito ai servizi comunali, per integrarli e migliorarli senza insidiare i posti di lavoro dei dipendenti comunali e delle società appaltatrici. Infatti il volontariato si basa sul principio etico della solidarietà, che deve essere armonizzato con l’altro principio etico del lavoro come valore che realizza la dignità umana.
Pertanto il volontariato utile in questo settore, e in questo momento, non è quello dei disoccupati, più o meno giovani, che non vogliono stare con le mani in mano, ma la cui prospettiva è, e deve essere, la ricerca di un lavoro retribuito, ma è quello di chi ha tempo libero e mezzi di sussistenza adeguati alle proprie esigenze.
Credo che sia auspicabile una riflessione dell’amministrazione civica su questo tema, una sua apertura alle idee e alle iniziative in tal senso e una promozione dell’impegno volontario sia organizzato che individuale nei servizi pubblici comunali.
I lettori possono scrivere a Leoni e Barbabella proponendo una domanda e loro risponderanno alla lettera (l’indirizzo di posta per ora è redazione@orvietosi.it ).
La rubrica è seguita da un elzeviro di Barbabella e Leoni, o soltanto di uno dei due, su un argomento in cui intendono coinvolgere i lettori.