“A poche ore dell’inizio del nuovo anno scolastico il mio pensiero va ai tanti studenti, ai dirigenti scolastici, ai docenti e al personale tecnico e amministrativo che, da lunedì, rivivranno una quotidianità fatta di impegno e dedizione verso il proprio lavoro. Centinaia di professionalità che si rimetteranno in moto per offrire agli studenti la miglior scuola possibile”. In occasione dell’avvio del nuovo anno scolastico, la vicepresidente della Regione Umbria con delega all’istruzione, Carla Casciari, ha rivolto attraverso una lettera, un augurio a tutti i protagonisti del mondo della scuola.
“La scuola per essere ‘la migliore’ – scrive la vicepresidente – ha bisogno di certezze che siano prima di tutto relative alle risorse non solo economiche ma anche umane.
In queste ultime settimane la Regione Umbria è stata, come lo è stata in passato, al fianco degli insegnanti precari che, a causa di un sistema farraginoso di accesso all’immissione in ruolo, hanno visto lesi i diritti acquisiti in anni di lavoro. Auspico che la stabilizzazione prevista nei piani del Governo già dal prossimo anno scolastico possa dare qualità e solidità alla scuola, promuovendo un percorso che finalmente incentivi e valorizzi il lavoro prezioso che i docenti svolgono con passione e senso di responsabilità. Le maestre e i professori sono un nodo fondamentale della rete sociale di un territorio, un tessuto che ha nella scuola un riferimento imprescindibile. Far parte, sentirsi parte di una comunità educante è un processo che porta ad un innalzamento della qualità dell’offerta formativa e alla sua continuità in particolare quando si riesce a creare legami stabili con le energie positive che si trovano oltre il cancello della scuola, penso alle associazioni, al mondo del terzo settore e alle famiglie.
L’impegno della Giunta Regionale per il prossimo anno scolastico è che davvero la scuola possa diventare in ogni territorio uno spazio aperto anche dopo l’orario curricolare, un luogo sicuro e protetto per i ragazzi ma con una rinnovata funzione sociale che possa contribuire, ad esempio, a ridurre l’abbandono scolastico magari sperimentando nuovi modelli di educazione informale.
La scuola deve rappresentare un investimento prima di tutto per le istituzioni e anche per le famiglie che devono poter tornare a credere nel sistema scolastico per il futuro dei loro figli”.