di Associazione Val di Paglia Bene comune
C’è del movimento al cantiere della complanare; qualche ruspa ha ricominciato a circolare per ripulire il terrapieno e l’area di cantiere abbandonati qualche mese fa. Allo stato delle cose dobbiamo considerare positivamente la ripresa dei lavori: è questione di buon senso. Ma proviamo ad applicare lo stesso buon senso per orientare quei lavori.
Secondo noi buon senso vorrebbe che approfittando della presenza in loco di maestranze e macchine si desse anche una pulita al “serpaio”, così ormai è stata ribattezzata la zona di alveo dal cantiere fino al fiume. Il nostro buon senso vorrebbe che la pulizia continuasse anche sulla riva sinistra del Paglia, in quella lingua di terra tra il fiume e le piste del ruzzolone. Il costo economico dell’operazione sarebbe assolutamente marginale rispetto al valore della complanare, e dunque starebbe nei margini di adattabilità del budget.
L’operazione, consentendo da subito ai cittadini la fruizione di quelle aree e costituendo una prima risposta al bisogno di verde accessibile di molti cittadini, assumerebbe un valore sociale notevolissimo. Inoltre, come “caso concreto del possibile” consentirebbe di prefigurare le realizzazioni dei prossimi interventi e di accelerare la progettazione e la realizzazione di tutto il Parco del Paglia, dal tratto urbano fino al Tevertino e fino a Pagliano.
Pulire e tenere pulita quell’area è fondamentale per la mitigazione del rischio in quel tratto, per il decoro urbano, per la riqualificazione urbanistica, per accrescere la disponibilità di spazi verdi e la loro fruizione. Pulire e tenere pulita quell’area è questione di buon senso cui si oppone, al solito, la frammentazione delle competenze istituzionali e la malintesa solerzia di qualche burocrate. Oltre al danno economico e al costo sociale che arrecano sono rese patetiche, l’una e l’altra, dalle dissoluzioni cui sono andati incontro interi uffici e addirittura istituzioni negli ultimi mesi.
Logiche istituzionali e burocratiche non sono il paradigma adeguato per costruire un modello di sviluppo territoriale capace di conciliare peculiarità ambientali ed esigenze antropiche. Veder pulire dal ponte dell’Adunata, subito, le rive del Paglia potrebbe essere il segnale che qualche cambiamento di mentalità si sta facendo largo e che finalmente qualcuno usa la sua competenza per ricostruire, non soltanto per opporre veti.