Marco Conticelli, vicesindaco di Porano, ha inviato una nota alla stampa in cui si stigmatizza l’andamento della Conferenza dei sindaci dell’ATI2, accusando la maggioranza di scorrettezza nella forma e nella sostanza. Alla lettera di Conticelli segue la risposta del sindaco di Castel Viscardo Longaroni, chiamato in causa da Conticelli. Pubblichiamo i due interventi, pur con qualche dubbio che i lettori, come noi, riescano a rintracciare la sostanza della questione.
Il lodevole tentativo del sindaco Germani di far dialogare, intorno al Comune-perno Orvieto, gli altri Comuni del comprensorio sui temi di stretta attualità ( gestioni associate, aree interne, politiche dei rifiuti ecc) superando la logica degli schieramenti politici, pur ampiamente auspicabile nell’ottica di una non più rinviabile condivisione degli obiettivi legati alla ripresa socio-economica del territorio, si scontra inevitabilmente con le prove di forza che, ancora oggi, la storica classe politica egemone ha necessità di mettere in campo per ribadire il proprio ruolo da protagonista.
Questo, in sostanza, quanto emerso nell’assemblea inaugurale della Conferenza dei Sindaci dell’ATI n.12 che gestisce la politica socio-sanitaria del nostro comprensorio.
E pensare che c’erano tutti i presupposti per ben partire, con la presenza di tutti i Comuni e con quella dell’ex Presidente, invitato per una sorta di passaggio di consegne.
Peccato che il Comune di Porano, a differenza degli altri, fosse presente con due rappresentanti, il Sindaco ed il Vicesindaco, quest’ultimo delegato già nella precedente legislatura a partecipare permanentemente ai lavori dell’assemblea.
Una doppia presenza legata soltanto alla natura della convocazione, una mail della segreteria del Sindaco di Orvieto con la quale si informavano i Comuni della seduta inaugurale che faceva presagire un incontro informativo ed illustrativo, tanto che non era indicato neanche un ordine del giorno.
Che non fosse così si è capito subito quando il Sindaco di Castelviscardo, in apertura, contestava la doppia presenza poranese che costringeva il Sindaco Cocco ad abbandonare il consesso, letteralmente “cacciato” senza che nessun altro Sindaco, ad eccezione di Castel Giorgio, avesse avvertito la necessità di stigmatizzare l’accaduto, dimenticando il suo ruolo di rappresentante di un territorio e di una comunità.
La prova di forza proseguiva con l’elezione del Presidente della Conferenza dei Sindaci, punto introdotto improvvisamente senza che fosse stato specificato nella convocazione che, come detto, non riportava alcun ordine del giorno.
Il sottoscritto faceva notare la grande anomalia così come quella di procedere ad un atto così importante in assenza di un regolamento per il funzionamento della Conferenza dei Sindaci, come richiesto da tempo anche dall’ATI n.4.
Regole ancor più necessarie per la presenza di numerosi nuovi Sindaci.
Non era in discussione la scelta del neo Presidente ma la forma che, in questo caso, era anche sostanza.
Tanto più che alcuni Sindaci targati PD ponevano l’accento sul ruolo che doveva avere Orvieto ed il suo Sindaco “dimenticando”, di colpo, l’atteggiamento dei propri predecessori nel 2009 quando si concretizzò un vero e proprio blitz proprio ai danni di Orvieto e di un Sindaco diversamente targato.
L’elezione di Germani si concretizzava, quindi, con il sottoscritto ed il Sindaco di Castelgiorgio che non partecipavano alla votazione di fronte ad una grave irregolarità derivante dall’assenza nella convocazione di un ordine del giorno e soprattutto di un punto così importante.
Un “colpo di mano” avvenuto per dare, a detta dei Sindaci che l’hanno effettuato, concreta e immediata operatività al neo Presidente.
Peccato che il Sindaco di Orvieto comunicasse, subito dopo, la propria assenza dalla città per un certo periodo.
Un Presidente, quindi, sicuramente meno rappresentativo di quanto avrebbe potuto essere, con il minimo sforzo, da qui a quindici giorni.
Per quanto riguarda la figura del Responsabile di Zona, cosiddetto Promotore Sociale, ricordavo che l’incarico del dott. Ciarlora, dipendente comunale, era scaduto il 30 giugno e che era necessario rispettare la decisione della Conferenza uscente di procedere ad una selezione per tale figura prevista e finanziata dalla Legge Regionale n.26 del 2009.
Sostenevo, tra l’altro, che l’individuazione tramite selezione può rappresentare anche una piccola opportunità occupazionale in un territorio con un alto tasso di disoccupazione.
Nonostante qualche iniziale resistenza, l’Assemblea decideva di delegare alla Segretaria del Comune capofila il compito di verificare le procedure propedeutiche all’effettuazione del bando prorogando, nel contempo, l’incarico del Promotore fino al 31 dicembre per garantire una immediata operatività gestionale.
Comunicato di risposta di Daniele Longaroni
In particolare Longaroni risponde al passaggio in cui Conticelli afferma che: “il Sindaco di Castelviscardo, in apertura, contestava la doppia presenza poranese che costringeva il Sindaco Cocco ad abbandonare il consesso, letteralmente “cacciato” senza che nessun altro Sindaco, ad eccezione di Castelgiorgio, avesse avvertito la necessità di stigmatizzare l’accaduto, dimenticando il suo ruolo di rappresentante di un territorio e di una comunità”.
“Rispondo solo per la parte in cui sono chiamato in causa – spiega Longaroni – in quanto il Presidente della Conferenza dei Sindaci replicherà nei modi e nei tempi dovuti alle sconclusionate considerazioni di natura politica.
Ho semplicemente chiesto il rispetto di una regola elementare di una riunione, peraltro importante quale è la conferenza dei Sindaci, alla quale partecipano appunto i Sindaci o i loro delegati, e ne ho chiesto il rispetto in quanto già in altre occasioni ho dovuto costatare la stranezza di veder partecipare il Sindaco e il vice Sindaco o l’assessore di un Comune.
Sul corsivo si afferma la falsità che il Sindaco di Porano sarebbe stato cacciato: non è stato cacciato nessuno – ribadisce Longaroni – è il Sindaco di Porano che ha deciso di abbandonare la seduta e lasciare partecipare il suo delegato e ritengo che nessun Sindaco ha avuto nulla da obbiettare in quanto è stata rispettata una elementare regola della democrazia e soprattutto la volontà dell’amministrazione poranese.
Per anni ho partecipato come vice Sindaco o assessore o consigliere provinciale come delegato alle riunioni convocate sul territorio ma se il titolare ravvisava l’opportunità di partecipare personalmente sono sempre stato disponibile a fare un passo indietro per non mettere in imbarazzo chi rappresentavo, profondamente rispettoso dei ruoli.
Rinnovo la mia stima al Sindaco di Porano, peraltro sempre dimostrata negli anni e mi dispiace che una mia constatazione venga gratuitamente interpretata e accostata a valutazioni e strumentalizzazioni politiche che non riguardano di certo il funzionamento delle Istituzioni democratiche”.