Dal locale al globale e viceversa
Orvieto emblema anche di ambiguità e crisi della democrazia moderna?
Caro Pier,
io sapevo che una delle ragioni fondamentali della crisi della democrazia moderna è che questa, essendo stata pensata “supponendo che ci fossero dei valori stabili, fissi, condivisi da tutti” (Ersilio Tonini), nei fatti si è rivelata impossibilitata a corrispondere a tale supposizione. Ora però apprendo che almeno in un consiglio comunale d’Italia, quello di Orvieto, in teoria sarebbero possibili maggioranze diverse e di conseguenza minoranze diverse da quelle scaturite dalle urne e che poi i rapporti di forza potrebbero ulteriormente cambiare se qualcuno si astenesse. Bah, sarà una nuova formulazione del processo di decadenza della democrazia rappresentativa, una ripresa e una reinterpretazione delle teorie di Carl Schmitt sulla insensatezza del metodo di formazione della volontà di governo attraverso la fissazione di una maggioranza? Ti riproduco di seguito, perché tu possa rifletterci su, la parte iniziale di una nota sull’argomento della signora Lucia Vergaglia, consigliere comunale M5S Orvieto. Sono curioso si sapere tu che ne dici.
Franco
“Oggi abbiamo una maggioranza variegata in cui il Pd non ha da solo i numeri per governare, neanche insieme a Sel, partito storicamente in soccorso dei vincitori. – dichiara la capogruppo M5S al Comune – Una maggioranza in cui la componente della lista civica Per andare avanti esprime numeri decisivi ed ottiene assessorati e nomine importanti, e quindi una propria dignità decisionale e capacità d’influenza dell’amministrazione. Fondamentalmente Per andare avanti vale quasi quanto il Pd, teoricamente, se si schierasse con tutte le opposizioni potrebbe dar vita ad una nuova maggioranza. Ma le opposizioni, le minoranze, non sono solo rappresentate dai partiti di centro destra e le liste civiche a sostegno del vecchio sindaco, cioè dalla precedente maggioranza; infatti c’è anche il nuovo arrivato: il MoVimento 5 Stelle. Quest’ultima forza politica scompagina tutto, infatti qualora “Per andare avanti” si schierasse per creare una nuova maggioranza basterebbe la sola astensione del MoVimento per impedire qualsiasi approvazione o modifica in votazione al Consiglio. Addirittura sarebbe sempre il MoVimento, insieme a Pd e Sel a poter dare vita ad una maggioranza di scopo, basata sulle #5domande e sullo stesso programma condiviso, escludendo sistematicamente il gruppo che fa capo a Toni Concina”.
Non credo che la consigliera Lucia Vergaglia ignori le dottrine democratiche e antidemocratiche, credo invece che si senta sola e cerchi di sentirsi meno sola. Nel senso che deve conciliare la vocazione del suo movimento a rivoltare l’Italia come un pedalino (sulla base del presupposto indimostrabile che il rovescio sia migliore del diritto) con la debolezza del suo elettorato orvietano. Con un solo seggio, non solo non può aprire il consiglio comunale come una scatola di tonno, ma nemmeno può dirlo. Le manca l’apriscatole e pure la scatola, perché il comune di Orvieto s’è mangiato da un pezzo tutto il tonno e il poco olio che c’è rimasto basta appena per far girare lentamente le ruote dell’ordinaria amministrazione. Quindi lo scritto dell’avvocato Vergaglia ha il valore di un sogno d’estate, o meglio di un gioco senza regole dove le pedine possono essere spostate in qualsiasi casella; ma solo con la fantasia. Quanto alla evidente delusione della gentile consigliera per il fatto che la presidenza della commissione di controllo e garanzia è stata affidata all’unico consigliere di minoranza che ha votato contro il programma del sindaco e non a lei, che è stata l’unico consigliere di minoranza che ha votato a favore, è segno che non si è resa ancora conto di quanto sia stata fortunata.
Concordo in gran parte con la tua riflessione sull’analisi della consigliera Vergaglia (avrei detto volentieri consigliere, ma poi qualcuno l’avrebbe detto alla presidente Boldrini, che per non poter chiamarsi presidenta magari se la sarebbe presa con me scambiandomi per l’Accademia della Crusca). Mi consento in aggiunta una sola osservazione, che poi si riduce ad una domanda. Questa: se alla consigliera Vergaglia manca non solo l’apriscatole ma anche la scatola perché il Comune s’è mangiato da un pezzo tutto il tonno, perché mai sarebbe venuto ad Orvieto in pompa magna Kevin Costner che, com’è arcinoto, si nutre ormai solo di tonno? Scusa se lo chiedo a te, ma il passaggio orvietano del noto attore, preceduto addirittura da un ricevimento in pompa magna nella villa di rappresentanza dell’Ambasciata americana, è avvenuto sotto l’alto (?) patrocinio della precedente amministrazione. Domando: non è che, al contrario di quanto si dice, qualcosa in fondo alla scatola è rimasto e qualcosa si può ancora fare per uscire dal tunnel? E sennò, ragionando appunto a contrario, perché a qualcuno sarebbe venuto in mente di sostenere che sarebbe bene lasciar andare il bilancio al suo destino? Non è forse vero che ad Orvieto per conoscere la realtà bisogna sempre partire dal suo contrario?
Ora una notazione mia allo scritto della simpatica consigliera M5S. Caro amico, ti vorrei far notare (lo so che lo hai notato da te, ma visto che non lo dici mi permetto di evidenziarlo io) che Vergaglia ha ragione a dire che il PD non ha il controllo numerico della maggioranza e che la palla teoricamente è in mano alla lista Per andare avanti, che ha così i numeri per determinare anche le scelte. Novità non di poco conto, se si pensa non solo alla storia di Orvieto e in particolare della sinistra orvietana, ma se si pensa alle ragioni del successo della lista civica a sostegno di Germani sindaco. La novità teorica c’è tutta e Vergalia fa bene ad evidenziarla. Altra cosa è vedere se il consiglieri di quella lista riusciranno a non perdere i contatti con la realtà che li ha sostenuti ed eletti e se porteranno effettivamente nella concretezza dell’amministrazione il rinnovamento di cui sono stati incaricati. Le prime mosse non sono proprio felici. Vedremo il prosieguo.