La presentazione delle nuove tecnologie del blocco operatorio e gli adeguamenti strutturali dell’Ospedale di Orvieto è stata l’occasione, alcuni giorni fa, per fare il punto sulla sanità orvietana in ambito regionale ed interregionale e ne abbiamo già scritto.
Tra le altre considerazioni sullo specifico della sanità locale, il sindaco Germani ha insistito sul fatto che “ occorre chiudere la questione del grande patrimonio immobiliare della USL Umbria2 che ha notevole rilevanza per il nostro territorio. Si tratta di problematiche aperte da almeno quindici anni e ulteriori attese che, peraltro, rischiano di compromettere questo stesso patrimonio, sono assai dannose. Mi riferisco ad esempio al lascito De Solis riferito a palazzo Nicosia a Roma, per il quale va intrapresa la strada di una soluzione rapida e definitiva”.
Rispetto alla richiesta di valorizzazione del patrimonio immobiliare, ha risposto la presidente Marini, precisando che “bisogna evitare che l’ex ospedale vada incontro al degrado. Perciò occorre velocizzare la nuova destinazione; così come palazzo Nicosia va valorizzato nell’interesse del bene stesso e delle comunità, ma non in senso speculativo”.
Insomma, tutto come prima, tranne che l’argomento è nell’agenda dell’Amministrazione comunale e in quella della Regione. Nessuno pensa più di farci l’affaretto e rimediare qualche milione da mettere nel bilancio, come aveva pensato Còncina, ma la soluzione è ancora lontana, tanto quanto il dibattito in città sulla destinazione dell’ex ospedale, che tentiamo faticosamente di sollecitare, inserito in una visione di Orvieto e dell’Orvietano nei prossimi anni. Da impostare subito, incalzati dal decadimento strutturale dei beni, ex Piave e ex ospedale, e dalla necessità improrogabile di decidere. (D.F.)