Riceviamo da Gino Rotella e pubblichiamo questa nota a proposito dell’aumento del costo del pedaggio, che condividiamo nella parte in cui lamenta che i cittadini dell’Orvietano debbano anch’essi pagare la tassa come i turisti.
Ma non sarà così. In conferenza stampa già una quindicina di giorni fa e anche in altre occasioni, l’assessore Gnagnarini ha ribadito che gli abitanti dell’Orvietano avranno lo stesso trattamento degli orvietani, quindi nessun aumento. Lo ha ribadito anchela scorsa settimana, su mia precisa richiesta, affermando che è stato ” un refuso” non averlo inserito nella deliberazione e che sarà subito riparato l’errorre. (Dante Freddi)
Segue la nota di Gini Rotella.
Si profila a Orvieto l’aumento del costo per il parcheggio auto. Non intendo entrare nel merito delle ragioni di tale scelta dovuta, pare, a produrre nuove entrate per riequilibrare quelle mancanti ben difese dagli operatori turistici che premono per non far pesare oltre la tassa di soggiorno ai turisti.
La coperta è corta. È evidente. Il bilancio ha le sue regole. È noto. Le risorse sono poche. È chiaro. Sono altresì evidenti le aree individuate tra le quali scegliere, per la fattispecie, chi dovrà sostenerne il costo: i cittadini residenti; quelli non residenti che gravitano sulla città; i turisti. Lasciando fuori dal ragionamento i residenti che già pagano abbondantemente i tributi comunali, rimangono i non residenti e i turisti che, essendo quest’ultimi ben rappresentati dagli operatori turistici, anche questa volta rimarranno esentati dal versare il loro tributo a sostegno del comune ospitante. Restano dunque i non residenti, ossia i tanti che vivono nell’hinterland e che, per varie ragioni – commerciali, di svago, di lavoro, ecc. – si fermano sulla Rupe. Questi e solo questi rimarranno fuori dalla coperta troppo corta, e pagheranno il costo del riequilibrio della relativa posta di bilancio. Si rappresenta ancora una volta, purtroppo, non tanto una questione di costo ma di cultura. Che si palesa sotto l’aspetto duale residente/non residente. È un fatto, ripeto, culturale. Invece di espandere la cultura dell’accoglienza, dell’inclusione, dell’estensione della comunità ai cittadini dei comuni vicini, si individuano norme escludenti, intolleranti sul piano culturale: non sei residente? Paghi di più. Ma io lavoro sulla Rupe; acquisto al negozio di Piazza Duomo; porto i figli alla libreria del Corso. Non importa. Se non hai la carta di identità del comune paghi di più. Attenti. Il costo non deriva da dove parcheggi, ossia dall’uso del servizio: se fermi l’auto sotto il tavolino del ristorante o in periferia, se lasci l’auto in sosta davanti al portone dell’albergo oppure o al parcheggio dell’ex Campo Boario. No. Niente di tutto ciò. Il costo dipende solo e soltanto dal certificato di residenza. Che errore. (Gino Rotella)