di Dante Freddi
Tutte le azioni di valorizzazione turistica di Orvieto e della sua qualità del vivere rimarranno frammentarie se non si provvederà subito alla chiusura del traffico dei non residenti in città e alla limitazione massima di quello dei residenti.
Di questo argomento si discute da oltre quarant’anni, quando fu creata la prima isola pedonale per un tratto di via del Duomo e di Corso Cavour. Imbufaliti tutti i commercianti, tranne il dott. Eraldo Cortoni che la istituì, commerciante intelligente e politico coraggioso.
Ogni volta che si è tentato un allargamento dell’isola o azioni che limitassero il transito c’è stata una levata di scudi a difesa di interessi privati comprensibili ma non più coincidenti con quelli della comunità.
Come si può pensare di operare turisticamente in un centro storico sopraffatto dal traffico, con le auto in ogni luogo, i monumenti senza visibilità, l’ambiente urbano illeggibile, la vivibilità minata?
Abbiamo documentato più volte con foto la presenza soffocante delle auto in aree vietate al parcheggio, di traffico in zone che dovrebbero essere chiuse, ma senza alcun risultato, almeno finora.
Una nuova amministrazione crea sempre speranze, almeno nella maggioranza dei cittadini che l’hanno auspicata. Ora le elezioni sono lontane e bisogna avere il coraggio di compiere azioni anche non popolari, per il bene della città. Bisogna avere comprensione per chi vi abita e facilitare la sua possibilità di parcheggiare in garage, ma non in strada, sotto casa, magari a san Giovenale, nel cuore della città medievale, assalita da veicoli sino alla porta della cattedrale.
Chi abita a Orvieto ha il grosso privilegio di vivere in un ambiente da proteggere, di straordinario valore, e può quindi rinunciare all’auto sotto casa. Chi vive a Ciconia o Sferracavallo avrà più facilità di parcheggio vicino all’abitazione, ma nel centro storico deve girare a piedi.
I due parcheggi di via Roma ed ex Campo della Fiera dovevano rispondere già da tempo alla necessità di pedonalizzare il centro storico e allargarne gli spazi e le opportunità commerciali e turistiche.
Ora non ci sono più scuse, se non il timore d dispiacere a chi sa urlare forte.
Prima azione la rottura dell’anello di traffico intorno alla città e quindi chiusura di piazza Duomo. Poi, subito dopo, serrato confronto con i problemi di ciascuno e decisioni per il bene di tutti.