Electrosys, cresce la preoccupazione: i lavoratori chiedono tempi certi per la conclusione delle trattative in vista di un subentro. Pare che una parte di loro – residuale specificano i sindacati – stia addirittura minacciando un decreto ingiuntivo per accelerare i tempi della trattativa, ma il rischio dietro l’angolo è quello del fallimento.
E’ quanto emerge dall’assemblea dei lavoratori che si è svolta venerdì sera dopo che era saltato l’incontro in Regione a causa della mancata presentazione del concordato preventivo legata a sua volta alla mancata presentazione delle proposte per l’eventuale acquisizione o cessione di ramo d’azienda. Una situazione delicatissima.
Al termine dell’incontro una parte dei lavoatori “ha deciso di adire a vie legali – fanno sapere – per tutelare i propri interessi e soprattutto per accelerare le trattative per una risoluzione positiva del futuro dell’ azienda e dell’ occupazione del territorio orvietano, essendo Electrosys una delle ultime realtà industriali di alta tecnologia in Umbria”. Da parte dei dipendenti l’invito alle “istituzioni locali e regionali a vigilare affinché siano stabiliti tempi certi per la conclusione delle trattative”.
In realtà, i tempi sono già certi, per certi versi. Visto che c’è già una istanza fallimentare da parte di un creditore per il 16 luglio, pertanto è sicuro che, se si vuole scongiurare il fallimento, entro l’8 luglio – secondo i tempi tecnici – va presentato il concordato preventivo, che sia in bianco o con allegato un piano industriale.
Calma e gesso, sembrano essere le indicazioni che arrivano dalla Fim Cisl, sindacato maggioramente rappresentativo all’interno dell’azienda. Secondo quanto dichiara la categoria della Cisl una proposta sarebbe infatti già nel casetto della proprietà e altre due dovrebbero essere formalizzate entro i primi giorni della prossima settimana, in modo da consentire forse già giovedì un incontro in Regione e la successiva presentazione della richiesta di concordato preventivo. In tempo dunque per l’8 giugno. Legittima in ogni caso la preoccupazione dei lavoratori che non vedono lo stipendio da quattro mesi e assistono inermi alla cancellazione delle commesse. Per altro alcuni di loro non hanno mai fatto mistero di rilevare l’azienda e forse la questioni si stanno intersecando.
“Profonda preoccupazione” viene espressa anche da Fiom-Cgil e Cgil di Orvieto, per la situazione in se, ma anche per l’affidabilità degli imprenditori interessati. “Ormai da settimane si attende l’esito delle trattative per la cessione della società che tarda ad arrivare, generando confusione e profondo disagio tra i lavoratori – è detto in una nota congiunta – È necessario riattivare rapidamente il tavolo regionale per analizzare le eventuali proposte industriali che siano in grado di dare continuità produttiva all’azienda e che salvaguardino i livelli occupazionali. È opportuno prendere in considerazione proposte di spessore industriale con una forte solidità economica, tralasciando sporadici tentativi di pochi e avventurieri imprenditori”. F
iom-Cgil, prosegue la nota, “sarà al fianco dei lavoratori che hanno già dimostrato fin troppa responsabilità e prenderà in considerazione ogni iniziativa possibile per difendere l’occupazione e il futuro di decine di famiglie”.