di Dante Freddi
Le elezioni appena concluse, a Orvieto e in Italia, hanno lasciato un segnale positivo che dovrebbe essere còlto dagli eletti, perché stiano in campana, e dagli elettori, perché devono sentirsi orgogliosi di avere esercitato un voto libero, al di là dello schieramento per cui si sono espressi.
Il 9 giugno sono stati bocciati il sindaco più amato dagli italiani, Pizzarotti di Parma, il renziano più renziano dell’Umbria, Boccali di Perugia, e poi il PD ha ceduto la simbolica Livorno e il centrodestra Bergamo.
Gli elettori votano come vogliono, non hanno più fede né fedeltà, ma neppure sono disponibili verso la ricchissima offerta di liste civiche non schierate e inneggianti al cambiamento , di cui non sanno valutare le possibilità di successo e le caratteristiche d’insieme. Insomma, hanno vinto e perso centrodestra e centrosinistra, con in mezzo i grillini rampanti, tutti comunque riconoscibili.
E veniamo a Orvieto.
A Orvieto ha perso il centrodestra e vinto il centrosinistra, con una piccola presenza pentastellata doc.
I 7mila e passa orvietani che avevano votato Còncina nel 2009 hanno tradito, o meglio, hanno fatto i conti e quasi 3mila non lo hanno più votato o hanno disertato il seggio, scelta anche questa.
Germani, a capo di una coalizione giovane e trasversale, in cui il Pd è socio di maggioranza ma non padrone, è riuscito a farsi percepire come nuovo e autonomo, nonostante le reiterate accuse durante la campagna elettorale di veterocimicchismo, evidentemente per gli elettori di Còncina malattia grave e inguaribile. A 5mila500 orvietani Germani è sembrato sano e, poiché è il sindaco di tutti, dovrà dimostrarlo anche a chi non gli ha concesso il voto. La vittoria del nuovo primo cittadino, iscritto al PD ma non uomo del partito, è stata agevolata dalla sua capacità di far stare insieme anime diverse tese agli stessi obiettivi, come la seconda forza politica della città, la lista “Per andare avanti”. Visione produttiva dal punto di vista elettorale, perché un PD al 29% non lo avrebbe portato lontano, ma impegnativa, perché ora devono seguire i fatti.
Il primo su cui testare il sindaco sarà la nomina della Giunta.
Non accetteremo da Germani la “scusa” conciniana che certi assessori glieli avevano imposti.
La città ha necessità di una Giunta civica costituita da gente capace, di una Giunta del sindaco che sia espressione della sua maggioranza e non solo, manifestazione della città e non di calcoli partitici, forieri spesso di danni irrimediabili.
Germani ce la farà, perché è capace, perbene, intelligente. E sa che se non ci sono altre possibilità per governare questa città.