Per Orvieto dove e di chi ?
di Massimo Gnagnarini – Unire i puntini .
Questa campagna elettorale, finora , ha raccontato di una città “risanata nei conti” e nello “spirito”, di una città dove i candidati a sindaco e al consiglio comunale si muovono allegramente sui camper e sulle jeep, non fanno comizi , pochi discorsi, nessuno scontro o contrapposizione ma eventi del tipo “sostare a guardar le rose di maggio sbocciare” e fitti scambi di auguri, sorrisi e cortesie. Che bello ! Sono molto contento di poter partecipare a questa bellissima festa paesana, a questi carri di maggio all’insegna del politicamente corretto, anzi del politicamente inesistente.
Idee poche, ma si sa le idee sono come il coraggio di manzoniana memoria, se ce le hai ce le hai se no mica puoi fartele venire.
Che c’azzecca con la campagna elettorale in corso se magari tra qualche giorno o settimana tutta questa gente , me compreso, dovrà tornarsene alle proprie occupazioni perché il Prefetto avrà nominato un Commissario a governare la città a seguito della possibile bocciatura del piano di riequilibrio finanziario conseguente l’attuale stato di predissesto del Comune.
Che c’azzecca se negli ultimi cinque anni l’amministrazione uscente ha aumentato il deficit e bruciato in spesa corrente altri 5 milioni di euro provenienti dalla vendita dei beni e delle proprietà degli orvietani.
Che c’azzecca se oggi ogni orvietano paga le tasse comunali alle aliquote massime consentite dalla legge.
Che c’azzecca se delle cose che ci sono state raccontate 5 anni fa (Patto con Roma, Ushuaia, Campus universitario all’ex Piave, ecc..) non c’è più traccia e ora opportunamente sostituite con altre improvvisate tipo outlet ex Piave, e se in cinque anni non sono stati capaci nemmeno di far funzionare una fottutissima scala mobile per far salire i turisti dal parcheggio a piazzale della stazione. Se per anni non ha funzionato un fottutissimo, almeno uno, servizio igenico in città e parlano di accoglienza, di benessere , di “visione” con un copia e incolla di parole e di concetti da anni postati sui locali social e sui siti internet.
Zitti. A parlar di queste cose si rovina la festa.
I liberi e forti, quelli che con capitan Concina, avevano liberato Orvieto e gli orvietani dall’orso rosso che ci opprimeva, quelli che dicevano d’esser uniti e coesi, di esser diventati la nuova classe dirigente della città sono divisi e a pezzi.
Il factotum Frizza, braccio destro e sinistro di Toni si è candidato in contrapposizione all’amato compagno, Orvieto Libera dopo anni di maldipancia e torcibudella ristà con Toni candidando mezza Giunta comunale uscente e dopo che l’altra metà l’aveva persa strada facendo. Altri non sono neanche meritori di citazione, forse Meffi che in un solo lustro è passato dal PD, attraverso i Concina boys per finire in Forza Italia. Si ricandida.
Basta così, non vorrei proprio rovinare questo meraviglioso clima primaverile.