ORVIETO – Con una spesa iniziale di 6mila euro circa e 4mila euro all’anno negli anni successi per il canone, le emergenze ad Orvieto faranno un po’ meno paura. L’amministrazione comunale, ad un anno e mezzo dalla terribile alluvione del 12 novembre 2012, ha dato il via libera all’acquisto di un sistema di allerta alla popolazione via sms e messaggi vocali. Si chiama “Alert System” ed è, sostanzialmente, un diramatore di messaggi telefonici.
Permetterà all’amministrazione comunale – nello specifico alla protezione civile – di registrare e diffondere un messaggio vocale che si vuole comunicare ai cittadini. Un vero e proprio sistema di allerta in caso di maltempo, alluvioni o qualsiasi altra emergenza che richiede di raggiungere velocemente la popolazione. Il servizio sarà attivo 24 ore su 24. Oltre a telefonate automatiche a fisso o mobile, il servizio permette anche la gestione di invio dati (sms, fax). Sarà possibile anche dividere gli utenti telefonici di Orvieto in particolari sottoliste di chiamate, per poter incidere meglio nella resa del servizio. Le divisioni possono essere geografiche (frazioni, quartieri, vie, piazze, scuole, attività commerciali) o, di interesse particolare (famiglie con figli o con anziani, frequentatori di centri culturali) su indicazione diretta dei cittadini che vorranno essere informati su particolari tematiche di interesse.
Il servizio registra, inoltre, tutte le operazioni effettuate per avere statistiche su chi e quando è stato raggiunto e quale comunicazione è stat inviata, quanto è durata la chiamata, conferma d’ascolto e riscontri sulle attività intraprese. Con un corso di quattro ore il personale del Comune dovrebbe essere in grado di prenderne in mano la gestione. La spesa è di 5.917 euro. Soldi che saranno prelevati dal fondo pro alluvionati che attualmente presenta un saldo di 11.411 euro. L’Alert System è una delle azioni di prevenzione studiate dalla protezione civile dopo l’alluvione. Altre sono state messe in campo come il vademecum recapitato a tutti i cittadini e la pannellistica “Se torna la piena. Che fare” che è stata distribuita nei punti nevralgici del suburbio, quelli più a rischio e quelli ad alta frequentazione, come scuole e centri commerciali.