Mi riferisco, ovviamente, agli arresti per corruzione operati in Milano a carico di sette personaggi ai quali, in ragione della consueta spartizione partitocratica, era stato affidato il compito di organizzare la kermesse della “Expò 2015”.
Tra gli arrestati figurano dei nomi, per così dire, “eccellenti”: Primo Greganti, ex tesoriere dell’ex PCI; Gianstefano Frigerio, ex esponente di punta dell’ex DC lombarda; Angelo Paris, ex consigliere economico dell’ex PSI.
Sarà forse, per tutti codesti “Ex”, che la suddetta manifestazione internazionale sia stata battezzata “Ex-pò”!.
Bando alle ciarle umoristiche; torniamo alla sostanza della ennesima tristissima vicenda. Tre sole domande sono da porre ai governi nazionali che li hanno nominati e che li hanno spalleggiati: vi dovevate affidare proprio a costoro essendo, i tre tutti, già coinvolti nella tangentopoli di inizio anni novanta?; è mai possibile che non si riesca ad uscir fuori, dal vicolo buio e cieco, delle nomine a rischio di malaffare?; siete consapevoli che la vostra, inequivocabilmente, è complicità a pieno titolo?. Me lo chiedo io e se lo chiedono, increduli, i milioni di cittadine e cittadini italiani.
Non avrei più voluto scrivere di ciò, ma l’aggravarsi e l’accentuarsi della decadenza etica nei comportamenti pubblici, di pari passo all’allargarsi a macchia d’olio delle indagini giudiziarie in corso, mi hanno indotto a non tacere.
Se qualcuno dei coinvolti, incautamente o per superficialità, possa pensare anche solo lontanamente di poter sfuggire, quanto meno, al biasimo collettivo per le proprie malefatte, si sbaglia di molto; per parte mia, in virtù di pace e quiete di coscienza, continuerò a prodigarmi affinché sempre in alto sia tenuto il grado della vigilanza democratica e della non dispersione nella smemoratezza dei fatti e degli atti contrari alla Legge. “Gutta cavat lapidem!”.
Agli inizi degli anni ottanta Enrico Berlinguer, lo voglio espressamente citare, in una relazione al Comitato Centrale del P.C.I. ebbe ad affermare: “I partiti hanno invaso e occupato ogni settore – enti, banche, aziende, radiotelevisione e quant’altro – e fanno tutti i mestieri tranne il loro, cosicché non funziona più niente, nemmeno la politica”. Berlinguer fu, tra i primi, a sollevare la “Questione Morale” e a comprendere la necessità di fare pulizia. L’unica colpa che, a posteriori, gli si può addossare risiede nella circostanza che, guardando solamente in casa d’altri, gli sfuggì quasi del tutto lo sporco che albergava in casa sua.
Difatti, e la storia lo ha compiutamente dimostrato, il P.C.I. non era diverso, ma solo diversamente sudicio. Altrimenti non si spiegherebbe come mai “Botteghe Oscure” ricevesse dall’Unione Sovietica montagne di rubli, sotto forma di finanziamenti illeciti e illegali.
Così certo, continuando a far finta di niente, non si può andare avanti. La corruzione seguita a trionfare apparentemente inarrestabile ad ogni livello amministrativo, in ogni anfratto pubblico dove la politica, quella maldestra e truffaldina, riesca ad infilare la sua mano lesta.
Non mi sfugge, essendo le indagini in corso e le eventuali sentenze di là da venire, che sia da esercitare compostamente la virtù della prudenza nel commentare le schifezze emerse, ma ciò non vuol dire nasconderle o negarle.
Del resto, il significato politico della presente avvilente congiuntura è di tutta evidenza per chi ha ancora occhi per vedere e orecchi per sentire. L’Italia si è data un sistema che offre troppi spazi ai partiti, i quali hanno finito per abdicare ai loro doveri istituzionali trasformandosi in associazioni che puntano a tutto, anche all’arricchimento individuale e alla spartizione delle poltrone di comando, tranne che al “ Bene Comune”. Se ne “infischiano” altamente degli interessi nazionali; pensano ai propri, primo fra i quali, il mantenimento a tutti i costi del potere raggiunto e da non cedere ad altri per nessuna ragione al mondo: la politica non più come servizio, ma come carriera professionistica da cui trarre benefici, privilegi, condizioni di favore o come “refugium peccatorum” per falliti, inetti e incapaci.
Da qui, dalla palude del malcostume (questa sì, Dr. Renzi, vera e propria palude), al furto delle coscienze il passo è davvero breve: la linea di demarcazione tra lecito e illecito sta divenendo sempre più labile; a furia di parlare, spesso a sproposito, di moralità non praticate, le stesse si sono svalutate al punto di svanire in una sorta di dissolvente evaporazione, tanto da non saper più distinguere ciò che è morale da ciò che non lo sia.
La malapolitica è in procinto di defraudarci anche della semantica ma, chi ruba, dovrà inevitabilmente pagare fino in fondo il suo conto debitorio alla Giustizia, nel nome della Legalità.
Ne sono convinto: l’onestà tornerà di moda!.