Gentile direttore, le scrivo di nuovo dopo aver seguito attentamente sul suo sito il dibattito innescatosi sulla tematica anche per l’effetto del pinicidio. Noto però che il Comune ha sapientemente glissato sulla questione dei Tigli nonostante l’articolo di Conticelli ne facesse riferimento. Servirebbe allora uno sceriffo nel far west Ciconia, procurarsi una stella, magari un cavallo e allestire in casa una gabbia per eventuali malviventi. Si potrebbero mandare gli uomini dello sceriffo ad analizzare i tronchi dei tigli dove ci sono fori larghi quattro centimetri ma probabilmente sarà stato un colpo partito da qualche pistolero in un duello. Qualcuno potrebbe far analizzare cosa sia stato magari versato sotto le radici per inquinare anche le falde freatiche dalle quali attingono acqua i nostri pozzi, ma siamo nel far west mica nel ventunesimo secolo e se qualche colono si avvelena poco male. Si potrebbe osservare come alla base di alcuni alberi non crescano né erba né fogliame, ma ci sarà passato Attila…a no, quello era in un altro periodo. Ho il sospetto che se a morire fosse stato un qualche albero della Confaloniera o qualche arbusto raro radicatosi sulla Rupe le cose sarebbero andate diversamente. Ma si sa, Ciconia è stata insediata dai primi colonizzatori cacciati dall’est civilizzato, alla ricerca di fortuna, ed il New England della Rupe aveva raggiunto da decenni livelli più alti di civilizzazione. Nel far west la legge si fa da sé e se si abbattono Pini, si suicidano i Tigli e le aiuole hanno erba alta per fare da habitat alle specie più disparate tanto nessuno protesta e nessuno se ne occupa. L’arredo urbano nel far west è ben poca cosa, tutt’al più fa piantare qualche cactus ai bambini per far vedere che è un argomento che ci sta a cuore.
Vorrei ancora sperare che le cose non stiano davvero così.
Lettera da e-mail conosciuta. (n.d.r.)