“Non si esce dalla crisi senza il rilancio delle costruzioni, ma dobbiamo essere consapevoli che ciò sarà possibile solo se imprenditori e istituzioni sapranno cogliere le sfide e le opportunità in materia di riqualificazione, rigenerazione urbana ed energy tecnology”. È con questa convinzione che Cna Umbria ha organizzato l’evento “Costruire il futuro”, che nei giorni scorsi ha riunito attorno al tavolo per riflettere sul tema i maggiori esperti in materia, a cominciare dal direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini, da Luca Scacchetti, architetto di fama internazionale, Paolo Belardi e Francesco Asdrubali, della facoltà di Ingegneria dell’università di Perugia, l’assessore regionale all’Ambiente, Silvano Rometti, oltre al presidente e al responsabile di Cna Costruzioni Umbria, Mario Riccioni e Pasquale Trottolini. A portare i saluti alla platea anche il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali. Infatti è proprio intorno al tema della riqualificazione delle aree urbane dismesse e all’efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente che si è sviluppato il dibattito.
“Innanzitutto – ha affermato Mario Riccioni – dobbiamo avere chiaro che la crisi economica nel settore delle costruzioni ha significato, dal 2007 ad oggi, una perdita del 30% del mercato, con ripercussioni pesantissime sul numero delle imprese e sui livelli occupazionali, calati in Umbria di oltre il 50%. Nella sola provincia di Perugia i lavoratori iscritti alla Cassa edile sono passati dai 14mila del 2007 ai 6mila attuali! Siamo alla vera e propria destrutturazione di un sistema che nella regione conta ancora oltre 12mila imprese, un terzo del totale delle aziende umbre, con un indotto importante sia sul fronte della produzione che dei servizi”. “Noi – ha aggiunto Pasquale Trottolini – crediamo che gli assi strategici sui quali il settore delle costruzioni potrà trovare l’occasione per una ripresa sono quelli dell’efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente, ancora troppo energivoro, e della riqualificazione e rigenerazione urbana. Negli ultimi anni questo tipo di interventi è arrivato a rappresentare oltre il 65% del mercato nazionale e regionale, anche grazie agli incentivi pubblici, determinando una vera e propria riconfigurazione del settore, causata anche dal crollo dell’edilizia di nuova realizzazione. Ma le potenzialità e le opportunità per il futuro sono notevoli., anche alla luce delle nuove direttive comunitarie e della nuova programmazione dei fondi strutturali 2014-2020, che prevede risorse e strumenti importanti per questo tipo di interventi. Occorre avviare però una fase programmatoria e un modello di offerta ancora più efficace e innovativo, con linee di intervento e di progettazione dedicati al recupero, alla riqualificazione, alla trasformazione dei siti e delle aree dismesse, alla rigenerazione urbana. In questo contesto assume una forte valenza strategica anche la candidatura di Perugia a Capitale europea della cultura 2019, con una progettualità che ci offre l’opportunità di rimettere al centro dell’attenzione e di affrontare le problematiche delle aree degradate o dei siti dismessi all’interno dei centri storici, ma anche nelle periferie e nelle aree industriali delle città e dei comuni più piccoli, spesso caratterizzati da un uso poco razionale del suolo e da un patrimonio edilizio scadente. Ci sono molti complessi edilizi da ripensare e ricostruire in maniera coerente e funzionale alle città, coniugando l’eco innovazione tecnologica con la qualità architettonica e la forte identità del nostro territorio, pensando anche a nuove finalizzazioni delle strutture rigenerate. Occorrono però modelli progettuali e strumenti innovativi da un punto di vista finanziario e gestionale in cui un ruolo importante può essere giocato dal partenariato pubblico privato, con un nuovo protagonismo degli imprenditori che potrebbe ridare un forte slancio al settore delle costruzioni e a tutta l’economia regionale. Insomma – conclude Trottolini – costruire, anzi ri- costruire il futuro, si può e si deve, ma innovando”.