(ON/AF) ORVIETO – Ispirato all’opera “Antologia di Spoon River” del poeta americano Edgar Lee Masters, Giovedì 29 maggio alle ore 21,15 e alle 22,15 presso la Necropoli di Crocifisso del Tufo, va in scena Anime Parallele per la regia dell’attore orvietano Gianluca Foresi (ingresso gratuito).
Una proposta dell’Associazione di Promozione Sociale “EstroVersi” che chiude l’attività annuale del corso teatrale “Essere EstroVersi” tenuto dallo stesso Foresi.
Degli oltre 500 epitaffi attraverso i quali viene raccontata la storia della città di Spoon River, laddove l’epigrafe testimonia a futura memoria la vita e la morte degli abitanti, gli allievi del corso hanno selezionato alcuni brani poetici su cui hanno lavorato esercitando la propria creatività ed ascoltando la propria emotività.
Il risultato è lo spettacolo Anime Parallele composto da soli 12 testi. I protagonisti sono i defunti, da quì l’idea di un allestimento in un vero e proprio luogo di sepoltura come la Necropoli etrusca di Crocefisso del Tufo, uno dei luoghi simbolo della città, da valorizzare e ri-scoprire anche attraverso nuove forme spettacolari.
L’intento dell’Associazione “EstroVersi” è proprio quello di coniugare il teatro con i luoghi storici della città di Orvieto per dare una voce diversa ai beni archeologici e storici, in una sorta di connubio in cui lo spettacolo non rimane fine a se stesso, ma diventa anche veicolo attraverso il quale il patrimonio artistico assume una nuova dimensione vitale che va oltre i millenni.
Un’area archeologica è un luogo della memoria – ricorda al riguardo la dottoressa Maria Cristina De Angelis della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria – e una necropoli antica è soprattutto il luogo della memoria delle persone defunte, prescelto per conservare e far permanere la propria individuale memoria. Nella necropoli etrusca di Crocefisso del Tufo di Orvieto questa memoria individuale si esprime, al di là delle strutture tombali sopravvissute al tempo, nei nomi dei sepolti incisi nel tufo. L’uso attuale che la destina alla visita, spesso distratta, del pubblico ha in qualche modo sottratto alla città dei morti la sua sacralità e al tempo stesso ne ha distorto il senso profondo di luogo della memoria di defunti per i vivi. Un’azione teatrale che ne riprende l’antico uso, sottraendolo anche per una sera, al suo anonimato di area archeologica, è dunque un ottimo connubio. Un contributo a rileggere, con temi ed ansie moderne, il dolore e le ansie antiche. Quindi l’azione teatrale come occasione di riappropriazione e riscoperta di un luogo che ancora esprime una costante dell’anima umana.
Il progetto, patrocinato dal Comune di Orvieto / Assessorato alla Cultura, è stato realizzato grazie alla disponibilità della Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Umbria, Ministero dei Beni Artistici e Culturali e dall’azienda orvietana Vetrya Spa, sponsor unico dello spettacolo che, nelle persone di Luca Tomassini amministratore delegato e presidente e Katia Sagrafena direttore generale e consigliere di amministrazione, ha aderito con entusiasmo all’idea di accendere una luce diversa sui luoghi importanti del patrimonio orvietano.