di Pier Luigi Leoni
Più di un orvietano adulto su cento ha accettato di candidarsi per la carica di sindaco o di consigliere comunale, anche se, per occupare tali cariche, ne occorre uno ogni mille. I candidati sanno che, di essi, nove su dieci rimarranno delusi, eppure rischiano. Molti si domandano chi glie lo fa fare, specialmente coi chiari di luna delle finanze comunali e della situazione economica generale. La spiegazione non è nella logica e neppure nel buon senso, ma nella logica del potere e, se proprio si vuol parlare di scienza, nella nuova biologia. Gli esseri umani, come molti altri animali evoluti, hanno bisogno, per sopravvivere, di aggregarsi in branchi che, per funzionare, necessitano di un ordine gerarchico. Il fatto di fare il capo branco dà il diritto di scegliere il cibo e le femmine. Il fatto di stare al fianco del capo branco consente di spizzicare i migliori avanzi. Il capo branco è maschio perché i maschi sono fisicamente più forti e non impegnati con la gestazione e con l’allattamento. Ovviamente, negli ultimi millenni, il retaggio degli antichi avi è stato confinato dalla civilizzazione dentro l’inconscio. Ma lì rimane e non sta inerte, ma influenza il conscio. Quindi, se molti cittadini non hanno voglia di partecipare alla lotta politica è soprattutto perché hanno ereditato la funzione gregaria degli elementi indistinti del branco. E la parità dei sessi dove la mettiamo? La mettiamo sul piano culturale e giuridico, cioè su un piano diverso. Ma la nuova biologia aiuta a capire perché è così difficile coprire la percentuale obbligatoria di donne che deve esser coperta in ogni lista. Mentre i maschi scalpitano, le femmine si fanno desiderare. Salvo eccezioni, per le quali mancano studi approfonditi.