Durante l’ultimo Consiglio comunale della scorsa settimana è stato approvato l’”Atto di indirizzo del Consiglio Comunale per la gestione Palazzo dei Congressi”.
Insomma, a pochi giorni dalla scadenza del suo mandato, l’Amministrazione Còncina ha deciso di sottoporre all’assise cittadina l’idea di come si dovrebbe gestire il Palazzo.
Dibattito mozzato, assente la minoranza, uscita dall’aula per protesta sull’uso frequente dei supplementi all’ordine del giorno senza la fornitura di adeguata documentazione.
L’atto di indirizzo approvato è una soluzione lapalissiana, che doveva essere attuata almeno una decina d’anni fa e che risulta scontata e banale. Arrivare al termine di un’esperienza amministrativa per offrire indirizzi su come si può gestire quella “speranza” è del tutto inutile e dimostra, se ce ne fosse stato ulteriore bisogno, della vuotezza di idee e di capacità operativa con cui questa città è stata amministrata nell’ultimo decennio. Non ci vogliono certo anni per elaborare una così sofisticata relazione, ci vuole soltanto il coraggio e la responsabilità e la capacità di pensare, decidere, “fare”. L’assessore Marino non poteva andare oltre, non credo che gli lo abbiano permesso, perché individuare “un soggetto privato dotato di qualificata esperienza professionale e dimostrate capacità manageriali” comporta accontentare qualcuno e scontentare tanti altri. Soluzione ottimale: promettere a tutti.
Segue la sintesi della relazione dell’assessore Marino, fonte ufficio stampa del Comune.
“Il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità dei presenti (la sola maggioranza) l’atto di indirizzo per la gestione del Palazzo dei Congressi impegnando l’Amministrazione comunale ad effettuare le necessarie valutazioni di tipo tecnico ed economico finalizzate ad esternalizzare la gestione della struttura congressuale, individuando le modalità più opportune dal punto di vista amministrativo ed elaborare tutti gli atti conseguenti.
Le ragioni della scelta sono state illustrare dall’assessore alla Cultura e Turismo il quale ha ricordato che, nell’ambito del progetto di risanamento di cui alle leggi speciali per Orvieto-Todi, nel 1990 il Comune di Orvieto ristrutturò e destinò a nuovo uso lo storico Palazzo del Capitano del Popolo allestendolo e individuandolo come Palazzo dei Congressi. Struttura che nei primi anni di attività ha rappresentato un significativo volano economico per il territorio, essendo stato scelto quale sede di numerosi ed importanti eventi convegnistici sia per le sue caratteristiche storiche artistiche che per l’avanguardia dei servizi offerti. Nel periodo recente, invece, per alterne vicende legate a diverse scelte di gestione operate nel corso degli anni e per difficoltà economiche congiunturali anche del Comune, il trend positivo dei primi anni si è affievolito.
Recentemente inoltre, sono stati completati da parte del Comune una serie di restauri strutturali del Palazzo che, uniti alla necessità sempre più pressante di restituire alla struttura il ruolo di volano economico della città, rendono obbligatorio operare una attenta valutazione sulle modalità di gestione del Palazzo stesso. L’assessore ha spiegato infatti, che la gestione diretta della struttura da parte dell’Ente non garantisce le stesse opportunità, in termini di efficacia nell’attività di gestione e soprattutto di promozione dell’attività convegnistica perché: la gestione del Palazzo dei Congressi comporta la necessità di una grande flessibilità nell’orario di lavoro, con particolare riferimento ai giorni festivi ed agli orari serali, che (per motivi contrattuali) non può essere facilmente garantita dal personale dipendente comunale; la gestione diretta comporta l’applicazione di norme procedurali specifiche della pubblica Amministrazione che impediscono una gestione snella e flessibile compromettendone la competitività nei confronti di analoghe strutture gestite privatamente; infine, l’attuale forma di gestione diretta, oltre a non rispondere a tali esigenze, comporta per l’Amministrazione comunale dei costi fissi ed incomprimibili, costituiti quanto meno dalle utenze a carico del gestore per una spesa stimata in circa 50.000,00 euro.
Di qui la necessità di pensare ad una forma di gestione che sia all’altezza delle opportunità di sviluppo economico/turistico che il Palazzo può offrire; ovvero, gli obiettivi di efficienza, flessibilità, economicità necessari per l’auspicato rilancio della struttura, possono essere più facilmente raggiunti affidando la gestione del Palazzo dei Congressi ad un soggetto privato dotato di qualificata esperienza professionale e dimostrate capacità manageriali.
L’assessore alla Cultura ha concluso che tale soluzione appare la più opportuna anche in ragione dei seguenti fattori: 1) innalzamento della qualità dei servizi che può indurre, anche a parità di costo a preferire l’attribuzione dei segmenti di attività utilizzando ditte che garantiscono elevati standard di performance; 2) riduzione dei costi ed il vantaggio economico conseguibile a fronte dell’affidamento ad un soggetto esterno caratterizzato da una maggiore specializzazione (economie di scala e conoscenza); 3) possibilità di rispondere in tempi rapidi all’innovazione tecnologica, in particolare nei servizi offerti all’utenza congressuale e nelle strategie di marketing; 4) possibilità di concentrare attenzioni e risorse su attività strategiche, utilizzando know-how avanzati e disponendo di informazioni sull’andamento del mercato in tempo reale”.