di Igino Garbini
Continuare a disporre di 5 edifici municipali , 5 centralini telefonici, 5 messi comunali, 5 uffici anagrafe, 5 strutture elaborazione dati, 5 software, 5 bollette del telefono, 5 impianti di riscaldamento, 5 siti su internet … per una comunità inferiore ai 10.000 abitanti, con i tempi che corrono, mi sembra follia.
Trovo molto sospetto che la maggioranza dei cittadini non abbia sentito la necessità di concentrare alcuni servizi in un unico ente al fine di ottenere un migliore coordinamento delle attività espletate. Trovo inoltre irresponsabile la rinuncia al risparmio che sarebbe seguito alla fusione dei cinque mini Comuni. I tempi delle vacche grasse sono finiti.
Ma alla mia delusione si aggiunge anche l’irritazione per le speciose argomentazioni di alcuni paladini della democrazia. Questi spacciatori di monete false con la loro retorica pseudodemocratica vorrebbero farci intendere che la rinuncia alla fusione dei micro Comuni rappresenti anche una luminosa espressione di maturità democratica.
Mi pare abbia prevalso invece ancora una volta la conservazione degli interessi personali, dei rapporti clientelari, del mantenimento di piccoli poteri. Insomma stiamo assistendo all’ennesimo avvilente spettacolo di quelli che non intendono mollare la presa. Niente di nuovo purtroppo.