La vittoria del NO alla fusione in tre comuni su cinque dell’alto Orvietano, blocca di fatto il percorso istituzionale per la costituzione del comune unico. Si chiude dunque una fase. Il risultato, pur inequivocabile, non è però la soluzione a quei problemi a cui il processo di fusione dei piccoli comuni dell’Orvietano intendeva dare risposta. Le criticità restano intatte così come restano intatte le ragioni del SÌ circa l’opportunità dello stare insieme in termini di risorse, funzionamento e servizi. Una convinzione ampiamente condivisa anche da quanti, soggetti civici e politici, si sono collocati sul fronte opposto. Questi ultimi, pur prospettando strumenti differenti dalla fusione (convenzioni o unioni), non hanno mai negato l’esistenza di problemi e difficoltà che richiedono un coordinamento amministrativo e politico dei cinque comuni.
Per i sostenitori della fusione tale coordinamento si sarebbe potuto raggiungere in maniera più efficace, e nell’interesse delle comunità, con un comune unico di oltre 8000 abitanti.
Il referendum, a mio parere, non smentisce tale prospettiva: la rinvia. I processi di riforma avviati a livello nazionale e i cambiamenti di contesto sociale e ed economico riproporranno, a breve, questo approdo come necessario. Saranno, ne sono persuaso, le stesse amministrazioni e gli stessi cittadini a prendere atto del logoramento a cui i piccoli comuni sono sottoposti e che erode diritti sociali, qualità della vita e speranze.
Detto ciò, un voto c’è stato e molto partecipato: ne va preso atto e rispettato. Si riparte da qui, facendo tesoro di questa esperienza che, dopo decenni di un certo lassismo, ha coinvolto e motivato su entrambi i fronti centinaia di cittadini, soprattutto giovani.
Si riparte recuperando un percorso di più larga partecipazione e condivisione sulla gestione unitaria di funzioni e servizi, per un progetto anche di riorganizzazione istituzionale su base territoriale dei cinque comuni, perché l’imminente fase amministrativa sia un’occasione di positivo incontro e confronto su queste tematiche.
Fausto Galanello