In occasione dell’assemblea conclusiva della campagna referendaria per il Sì alla fusione dei Comuni dell’Alto Orvietano che si tiene a Montegabbione questa sera (10 aprile) presso la sala 3B, il sindaco di Montegabbione Andrea Ricci, ha tenuto a fare alcune precisazioni: “io sono favorevole – dice il primo cittadino – come voi tutti sapete, alla costituzione di un comune che comprenda i comuni di Ficulle, Parrano, Monteleone d’Orvieto, Fabro e il nostro Montegabbione. Sono favorevole perché da sindaco sto toccando con mano le difficoltà che si incontrano giornalmente per mantenere i servizi ai cittadini e non per migliorarli”. “Sono cosciente – spiega il sindaco – che andando avanti la situazione non migliorerà anzi ci costringerà a fare ancora più sacrifici perché le risorse seguiteranno a diminuire e il patto di stabilità continuerà, oltre ad una certa soglia, a bloccare i pagamenti costringendo le amministrazioni comunali a non rispettare gli impegni presi o a bloccare attività necessarie e qualche volta anche urgenti. Questa in sintesi è la situazione che ci aspetta ed è la situazione che mi ha spinto a partecipare alle riunioni che si sono svolte e a prendere una decisione favorevole all’accorpamento dei nostri comuni”. “Se il prossimo referendum – aggiunge Ricci – sancirà la vittoria di coloro che vogliono l’accorpamento ci troveremo a far parte di una amministrazione comunale più grande, più importante dal punto di vista amministrativo che avrà maggiori finanziamenti e maggiori opportunità di apportare miglioramenti anche ai servizi, potendo unificarli e quindi andare verso forme di risparmio che allo stato attuale sono impossibili. Altro aspetto positivo è che il costituendo comune non sarà soggetto al patto di stabilità per 3 anni consentendo di poter effettuare le attività che si renderanno necessarie per migliorare la vita dei cittadini. Voglio cogliere questa occasione per rassicurarvi sul fatto che io non ho svenduto nulla e tanto meno ho messo in liquidazione il comune, come qualcuno sta dicendo”. “Io ho espresso parere favorevole all’accorpamento dei nostri comuni – ha proseguito il primo cittadino – in occasione delle varie riunioni che si sono susseguite, per le motivazioni che ho detto prima, ma al contempo ho sempre affermato che la decisione spettava a voi e soltanto a voi e che io l’avrei rispettata. Chi mi conosce sa che sono una persona che ama la democrazia e la libertà e quindi rispettosa delle decisioni altrui”. “Il confronto tra il sì e il no alla fusione non può essere solo una questione di affetti – dice ancora Ricci – deve riguardare, invece, le previsioni sullo stato futuro del nostro Paese, sulle opportunità da cogliere e su come pensiamo di vivere sui questi territori negli anni a venire. Vogliamo ragionare su come ricostruire un’economia locale fondata sul concetto di territorio sostenibile sia in senso ambientale – quindi ambiente, agricoltura di qualità e produzioni agroalimentari da filiere corte, artigianato, energie rinnovabili da piccoli impianti distribuiti, recuperi di tradizioni, turismo – sia sociale – quindi servizi all’infanzia e alla terza età, medicina di territorio e preventiva, sicurezza, servizi culturali e di accoglienza. Il nuovo Comune non toglie le identità dei paesi e non si vede come potrebbe e in virtù di quale potere. Con il nuovo comune le identità locali si rafforzeranno, grazie ad un radicale riassetto istituzionale e organizzativo, e riusciranno a rispondere alla crisi economica. Dobbiamo costruire un nuovo comune anche per riprendere l’antico valore che l’uomo sta al mondo per cambiarlo secondo i valori di equità e giustizia”. All’Assemblea partecipano, tra gli altri, il Senatore Lucio Barani i consiglieri regionali Raffaele Nevi e Gianfranco Chiacchieroni, il dottor Matteo Barbero, giornalista di Italia Oggi, Daniele Ruscigno, candidato Sindaco di Valsamoggia (Emilia Romagna) e il suo collega Sindaco uscente del Comune di Savigno Augusto Casini Ropa, con il quale hanno dato vita al nuovo Comune di Valsamoggia, derivante da una fusione. “Ci tengo a chiudere – conclude il sindaco – con una frase di Don Lorenzo Milani: ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia”
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