di Massimo Gnagnarini Unire I Puntini – Orvieto
Lunedì 7 aprile all’esame del consiglio comunale c’è il bilancio consuntivo del Comune relativo al 2013 dopo che lo scorso dicembre venne proclamato lo stato di predissesto dell’Ente.
I fatti, non le opinioni, sono che nel 2009 fu ereditato un deficit di 8,5 Mln e, nonostante nel quinquennio si siano venduti beni per un valore di oltre 5 Mln, oggi questa Amministrazione uscente lascia ai suoi successori un buco di oltre 10 Mln , compresi i soldi rimasti in sospeso nella causa giudiziaria in corso sugli Swap.
Ci si deve chiedere, allora, come e perché l’Amministrazione Concina abbia così clamorosamente fallito la mission che si era data ovvero quella del risanamento finanziario dell’Ente.
La risposta può esser ricercata nello stesso paradigma che anima l’attualità della discussione intorno all’Europa e cioè a un approccio sbagliato improntato a scelte di austerità senza un occhio alla crescita e allo sviluppo.
Infatti, anche qui, hanno voluto puntare tutto sull’ innalzamento delle tasse locali portandole ai massimi storici e consentiti dalla legge e, nel contempo, hanno tagliato su manutenzioni e spese produttive facendo, in questo modo, collassare le cosiddette entrate proprie del Comune.
Il risultato è stato che tutto ciò che si è potuto risparmiare è stato azzerato dalle minori entrate conseguenti il ridimensionamento della base impositiva sui servizi a pagamento offerti dal Comune di Orvieto sia quelli rivolti all’utenza cittadina che quelli, soprattutto, orientati ai flussi turistici.
Per questo motivo la nuova Amministrazione che subentrerà nei prossimi mesi dovrà riorganizzare la macchina comunale e le sue risorse umane guardando alla gestione diretta dei beni culturali, dei parcheggi, della funicolare e degli altri asset produttivi nella consapevolezza che gli equilibri di bilancio non si raggiungono più attraverso i tagli, ma solo con nuove politiche delle entrate.
La filosofia nuova , che cambia radicalmente il modo di amministrare al quale sono state educate generazioni di politici locali, non sarà più quella della ridistribuzione della ricchezza prodotta altrove, che non c’è più, ma quella di produrre nuova ricchezza attraverso le risorse locali.
Orvieto ne è ricca in abbondanza, basta dimenticare chi ha promesso oro e distribuito sabbia e approfittare delle elezioni comunali prossime per scegliere gli amministratori giusti e capaci di farlo.