di Fausto Cerulli
Se non fosse per le ideologie che non ci sono, leggendo quello che dice Germani, mi viene l’idea che in fondo in fondo lui stia pensando a larghe intese. Ma poi ci penso su, e mi accorgo che Germani ha scelto la via più furba, quella di fare l’autocritica senza criticare se stesso. Non mi era capitato spesso di sentire da sinistra, si fa per dire, una critica alle vecchie amministrazioni di sinistra. Gemani fa il rottamatore, con l’aria renziana che tira, e rottama, senza fare nomi a scanso di querele, la Giunta Cimicchi e la giunta Mocio. Uno potrebbe chiamarlo Maramaldo, ma Cimicchi e Mocio sono ben vivi, e tessono i loro fili, per interposta persona.- Sempre in omaggio al detto popolare andreottiano che il potere logora chi ne è privo. Sono sempre convinto che qualcuno, dalla sua parte, sia e tentato di fare le scarpe a Germani, sempre per via del masochismo della chiamiamola così, così, sinistra orvietana. A questo proposito mi viene in mente una frase di Paolo Franchi, giornalista, che intervistato a Radio Radicale, ha osservato acutamente che l’Italia è l’unico paese europeo a non avere un partito di sinistra. Una frase che mi ha fatto riflettere. Franchi ha detto il vero, e non sarà certo l’adesione del PD al Partito Socialista Europeo a cambiare le cose. Perché il PD entra nel Partito Socialista Europeo con una vagonata di democristiani, e forse avrebbe fatto meglio ad aderire al Partito Popolare Europeo, visto che a Renzi piace tanto De Gasperi buonanima.
Torno a Germani ed alle sue esternazioni: senza peli sulla lingua il Nostro ammette che Cimicchi e Mocio sono i principali responsabili della crisi del bilancio comunale. Sono loro ad aver fatto i buchi, e Concina, sempre stando al verbo di Germani, avrebbe avuto il torto di non ricucire quel buco. Non voglio rischiare di fare l’avvocato di Concina, anche perché come avvocato non sono più quello che sono stato. E non voglio addentrarmi in questioni economiche complesse. Mi fa comunque piacere che Germani, per levarsi qualche pietra dalle scarpe, abbia chiamato in causa gli amministratori di sinistra, che fecero una politica allegra e divertita, allegra e divertita per loro, a beninteso, e per chi a loro fu cortigiano. Vorrei soltanto chiedere a Germani dove era lui, quando Cimicchi e Mocio facevano baldorie. Forse non era ancora nato, e se è così mi tocca chiedergli scusa. Dunque siamo ad una prima clamorosa ammissione. Il buco è un buco di sinistra.
Certo, Germani aggiunge che Concina ha avuto cinque anni per ricucire il buco, e non l’ha fatto.
Ma così si rovescia il discorso: Occorre dimostrare che Concina non è stato capace di risanare il bilancio per insipienza o per malafede. Esclusa la malafede, mi permetto di osservare, così Concina mi nomina assessore, e se non lo fa lui lo fa Germani, che gli ultimi cinque anni hanno coinciso con una crisi che ha fatto tremare i polsi a tutto il mondo. Sarebbe giusto, quindi, che Germani, dopo aver fatto una saggia e inusuale critica delle passate giunte di sinistra, facesse un passo avanti, anzi due. Il primo passo concedendo qualche attenuante a Concina. Il secondo facendoci sapere con quali strumenti miracolosi lui, al posto di Concina, e data per globale la crisi economica, avrebbe saputo risanare un bilancio disastrato dai suoi, ex o non ex, compagni di partito e di arrivato. Io non sono candidato, neppure voto ad Orvieto, ma, al posto di Germani e Concina, avrei sparato sul quartier generale:banche, fondazioni, rendite ecclesiastiche ed altri osceni parassitismi del genere. Ed avrei ordinato alle mie truppe di marciare su Cimicchi e Mocio, per chiedergli conto delle leggere distrazioni commesse. Distrazioni, ovviamente, in senso distratto, e non in senso penale.Ma io posso sparare queste cazzate perché non sono candidato. Dato dunque a Germani quello che è di Germani, e riconosciutogli quindi il coraggio di aver cercato di fare pulizie nelle sue stalle, posso permettermi di chiedergli di rivelarci la ricetta tappa buchi che lui avrebbe usato, se fosse stato al posto di Concina. Lo dico senza ironia: un leader serio non tiene nascoste le ricette se servono al bene del popolo. A proposito e chiudo: quale popolo? Io resto per bandiera rossa trionferà, ma prima occorre ricucire la bandiera. Quella del popolo, scolorita, e malvista.