Riceviamo da Forum Cittadino e pubblichiamo
Si approssimano le elezioni amministrative ed anche ad Orvieto riparte la retorica del “voto utile”, ricalcata, come se fossimo alle politiche di un anno o dieci anni fa, sulla medesima solfa nazionale. Da un lato ti dicono: dài, vota il “raggruppamento” di sinistra attorno al Pd (rientrerà pure SEL, non considerata degna di primarie per il sindaco di coalizione, ma spendibile adesso) per “Battere le Destre”. Ce ne sono, tra i sinistri, di quelli che adesso parlano delle destre come se Concina avesse fatto marciare tutti a passo dell’oca o stesse per reintrodurre il sabato fascista, mentre nessuno, dico proprio nessuno, ha notato differenze tra questa amministrazione e quelle precedenti. Forse Concina e i suoi sono stati persino più attenti a non favorire esplicitamente i propri sodali nel pressapochismo ragionieristico che ne ha contraddistinto il governo municipale. Ma i “sinistri” insistono: dài, magari entra con noi anche qualcuno di destra così battiamo le destre con un pezzo di destra, dài. Dall’altro lato invece: dài, Concina ha governato tutto sommato bene, è una brava persona, capace, non ruba non ne ha bisogno, la sinistra è il partito della tasse e la sinistra vuole tornare a gestire tutto, impediamoglielo. Inutile ricordare alla destra che su tasse e taglio di servizi anche loro sono stati campioni indiscussi, il pareggio di bilancio e tutte le politiche che in decenni hanno strozzato gli enti locali, le hanno condivise destra e sinistra, con buona pace di Berlusconi, che ora cerca di spacciarsi una verginità contro l’Europa dell’austerity mentre ha condiviso persino il fiscal compact e l’assurda norma che ha inserito nella Costituzione il pareggio di bilancio. E’ insomma l’appello scalcagnato al voto utile, ma solo a loro. Perché il vero voto utile è un altro.
Un cittadino minimamente accorto dei suoi diritti e dei suoi legittimi interessi dovrebbe comprendere qual è stata la direzione politica dominante negli ultimi decenni e i suoi risultati, a livello nazionale e locale: aumento della tassazione e restrizione, se non distruzione, dei servizi. Ecco il bel risultato che Pd, Pdl e loro alleati possono oggi rivendicare presentandosi a governare. Ad Orvieto, e in generale negli enti locali, le cose stanno ancora peggio. Da quando la politica non è che assenso e gestione di processi economici decisi altrove, senza idealità ed idee, non c’è che assalto alla divisione delle spoglie, guerra per bande sulla ripartizione delle risorse. E in questo le forze locali che rispondono a forze regionali e nazionali possono, al contrario di quello che sembra, far valere ancora meno la loro voce: domandatevi perché per anni Orvieto è stata marginalizzata nelle politiche regionali? Perché non c’è nessuna tra le forze locali che sia in grado seriamente di contrattare lo sviluppo della città, aprendo vertenze in Regione sull’allocazione delle risorse, dei servizi, dei poteri? Dovrebbero entrare in contrasto con quella divisione delle spoglie nella quale hanno la meglio le città e i territori che in termini di voti ed appoggi nazionali contano di più?
Ciò non significa che una amministrazione locale non possa far nulla. Se facesse realmente il suo dovere, che è fare politica, molto si potrebbe ottenere, perché un sindaco che fa il sindaco, con dei consiglieri che fanno i consiglieri, che puntano i piedi e rischiano coraggiosamente per il loro territorio, qualcosa o anche parecchio, ottengono. Certo qualcosa di meglio comunque che l’attuale sottosviluppo condito da distruzione dell’ambiente, opere inutili, e centri commerciali di città dormitorio abitate da pendolari tartassati, quanto commercianti ed artigiani senza più crediti né clienti.
Il voto a questi partititi e questa gente è inutile, servono persone senza altri padroni che i cittadini del territorio che li elegge.