Riceviamo da Stefano Olimpieri, consigliere comunale Orvieto, e pubblichiamo.
In pochissime settimane e con un referendum predisposto ad hoc dai burocrati di Perugia, potrebbero essere cancellati secoli e secoli di storia e potrebbero essere spazzati via esempi virtuosi del municipalismo dell’Italia più profonda. Di fronte alle difficoltà finanziarie che stanno attraversando tutti i Comuni non si fugge dalle proprie responsabilità di amministratori, ma ci si rimbocca le maniche e si lavora per razionalizzare i costi, per accorpare i servizi e per azzerare gli sprechi. Non è accettabile cancellare la storia solo perché non si è capaci di affrontare un periodo di difficoltà finanziarie. E’ troppo facile governare quando le cose vanno sempre bene e si possono spendere soldi pubblici senza ritegno: chi rappresenta il popolo sovrano deve avere il coraggio e la forza di governare le proprie comunità anche in periodi difficili e complicati. Sappiamo molto bene che le ragioni alla base di questa scellerata fusione sono di bassissima lega, oltre a rappresentare chiaramente la volontà egemonica dell’agglomerato più popoloso e baricentrico. Cancellare 5 Municipi solo perché si vuole fare un paesone di ottomila abitanti potrà far gonfiare il petto a qualche politico locale, ma depotenzierebbe ancora di più le comunità. Questo perverso e pernicioso disegno di fusione dei Comuni dell’alto-orvietano è in linea con il conformismo culturale e politico che vede nell’omologazione e nella massificazione lo strumento per cancellare le identità ed i legami comunitari. Per questo siamo sicuri che non saranno mediocri burocrati di partito a cancellare la storia secolare ed il senso di appartenenza.