di Pier Luigi Leoni
L’amministrazione di un comune comporta delle scelte politico-amministrative che sono contenute nelle linee programmatiche del sindaco eletto, nelle relazioni previsionali e programmatiche che integrano i bilanci e negli atti d’indirizzo degli organi politici agli organi burocratici.
Ma già i programmi elettorali dei candidati sindaci contengono delle linee strategiche intese ad orientare l’elettorato. Sovente la lettura di tali programmi costituisce una perdita di tempo perché si somigliano un po’ tutti, dicono cose scontate, sono spesso gonfi di retorica, e qualche volta sono direttamente copiati da schemi predisposti dai partiti nazionali. Raramente contengono guizzi di novità rispetto a ciò che tutti danno per scontato, o rielaborazioni originali di problemi e soluzioni.
Poiché i coraggiosi candidati sindaci, che chiederanno di essere scelti il 24 e il 25 maggio per il difficile governo della città di Orvieto, dovranno redigere i loro programmi vorrei rivolgere loro una preghiera.
Fatevi venire delle idee. Se vi vengono, confrontatevi con le persone di cui vi fidate per affinarle. Se non vi vengono, non vi abbattete, perché di idee ne trovate in giro quante ne volete. Abbondano in città e nel resto del mondo. Se non vi bastano i bar cittadini, c’è internet che vi sommerge di idee. Una volta che le idee le avete scelte, scrivetele (o fatevele scrivere) in italiano corretto, rispettando le regole della grammatica, della sintassi e della composizione. Non sia mai che il vostro programma vada in mano a uno studente e questi sia preso dalla curiosità di leggerlo.
Se però non vi dovesse riuscire di dotarvi di un programma denso, brillante, coinvolgente e ben scritto, non disperate. Alberto Mingardi ci ha ricordato il 9 marzo scorso, sul Sole24Ore, che “gli Inglesi votarono contro Winston Churchill che aveva salvato il mondo dalla rovina, e gli Argentini hanno eletto due volte Christina Kirchner”.