Riceviamo dalla CGIL di Orvieto e pubblichiamo
La decisione dell’Amministrazione comunale di Orvieto di trasferire gli uffici di Informazione e Accoglienza turistica da Piazza Duomo a Piazza Cahen e presso la Caserma Piave è l’ennesima scelta, di una lunga serie, fatta in maniera unilaterale e dettata da esclusive esigenze di cassa. In particolare, il piano di riequilibrio pluriennale varato dall’Amministrazione, non ha visto il coinvolgimento delle OO.SS. territoriali, un confronto dovuto, considerato che gli interventi previsti sembrano, almeno da quello che è dato apprendere dalla stampa, interessare molti ambiti tra cui quello economico e sociale.
Nello specifico, la decisione di trasferire gli uffici IAT motivata da esigenze di bilancio del comune capofila appare molto discutibile, considerato che il servizio, sostenuto da finanziamenti regionali, ha competenze e funzioni comprensoriali.
Il turismo, più volte indicato dall’amministrazione come uno degli assi di sviluppo per il rilancio economico del territorio ha, proprio in periodo di crisi, la necessità di essere incentivato con le poche risorse pubbliche disponibili, con il concorso degli operatori turistici e del tessuto economico locale.
La scelta di delocalizzare lo IAT dal centro della città, quindi dalla sua principale attrattiva, appare assolutamente inopportuna; ci sembra semplicemente buon senso realizzare ulteriori punti di accoglienza agli accessi della città, solo se parte di un sistema informativo integrato che tenga conto degli assi viari di afflusso turistico.
In caso contrario l’offerta di servizi turistici si impoverisce.
Sono invece gravi e ingiustificabili le affermazioni dell’assessore Marino che, nel tentativo di trovare giustificazioni ad una scelta che non ha nulla a che vedere con il sostegno al turismo, cerca di svilire il ruolo, le funzioni e la professionalità del personale dello IAT.
Un tentativo maldestro che dimostra tutti i limiti di questa scelta e che nasconde l’incapacità di affrontare invece i limiti di un servizio che è stato negli anni abbandonato alla buona volontà di chi vi opera e sul quale non si sono fatti seri investimenti per renderlo adeguato ai tempi: basta pensare, ad esempio, che Orvieto non ha un sistema multimediale, integrato e istituzionale, multilingue (portale turistico e App, social network, wi-fi zone ecc.).