Riceviamo da FaustoErmini e Nicola Zappitello, del Gruppo Consiliare Minoranza Castel Viscardo e pubblichiamo.
Il piano di Renzi volto alla chiusura di quasi 400 caserme potrà avere giustificazioni finalizzate al risparmio se riguarderà:
- Siti già dismessi o semiabbandonati, perché fatiscenti o per mille motivazioni ma sicuramente appetibili per altri usi.
- Edifici o quartieri contestualizzati presso grandi agglomerati urbani, dove sarà immediata la possibilità di riconversione a fini abitativi, a centri commerciali, a qualsiasi altra utilità pubblica o privata. Eventuali disagi per i lavoratori civili e militari avrebbero, per ovvi motivi, portata geograficamente molto limitata.
- Centri decisionali artatamente sovrapposti e ridondanti, dove un accorpamento mirato farebbe risparmiare stipendi apicali e indennità di Comando senza però inficiare operatività e tutela del personale.
Fuori da ipotesi-tipo come queste, semplici decisioni matematiche non ponderate di chiusura produrrebbero solo:
- Una pia illusione di risparmio per via del semplice spostamento di oneri dal Ministero Difesa ad altre Istituzioni sempre pubbliche.
- Un “effetto Piave” già visto soprattutto in Città di limitate dimensioni. Sarà infatti difficile, addirittura per decenni, riconvertire spazi grandi e pensati per altri usi mentre saranno invece dirompenti gli effetti sul piano occupazionale e sociale.
Se pertanto i propositi preannunciati dal Governo Renzi dovessero matematicamente concretizzarsi, Orvieto e il territorio sarebbero ancora una volta depredate senza risparmio.