Riceviamo da Gianni Pietro Mencarelli, di Cittadinanzattiva, e pubblichiamo.
Su richiesta del TDM e di Cittadinanzattiva, si è svolto un incontro presso la Direzione del Distretto Sanitario di Orvieto, al quale hanno partecipato anche due famigliari di pazienti disabili per sollecitare una decisione in merito alle assegnazioni dei presidi per l’incontinenza, ritenuti inadeguati, sia numericamente che qualitativamente alle esigenze degli assistiti e che sono stati oggetto di una vibrata protesta estesa a tutta la regione. All’incontro dove era rappresentata anche la Confesercenti nella sua veste di patronato,sono state analizzate tutte le diverse problematiche che afferiscono al tema oggetto della riunione, evidenziando fra l’altro anche la spinosa questione della protesica che per le ristrettezze di bilancio, costringe i pazienti a dover scegliere un solo presidio di assegnazione (letto o carrozzina) anche in caso necessità dei due presidi.
Il direttore del D.S. Dott.ssa Teresa Manuela Urbani, ha messo a conoscenza che presso il distretto nei giorni di lunedì, martedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9,30 alle ore 11,330 è disponibile un servizio di comunicazione e formazione sull’uso corretto dei presidi, ma anche per accogliere eventuali richieste motivate e autorizzate dal medico di base, per venire incontro alle esigenze dell’utenza,diversificando in tal modo anche le assegnazioni numeriche.
Si ricorda comunque per correttezza, che il nuovo prodotto di cui tanto si discute, è frutto di una gara regionale, legata ad un budget ristretto e definito, ma che potrebbe essere meglio modulato per venire incontro alle esigenze igienico sanitarie, soprattutto per quei pazienti gravemente colpiti da incontinenza e in caso di cateterismi associati. Gli aspetti medici sono naturalmente di pertinenza tecnica, ma ci permettiamo di criticare l’impatto negativo che hanno avuto le restrizioni sui famigliari degli assistiti, i quali, si sono sentiti in qualche modo esclusi da ogni decisione in merito, pur essendo consapevoli del momento di particolare ristrettezza di finanziamenti che in questo momento la regione cerca di fronteggiare.
Cittadinanzattiva e T.D.M. ritengono che si possano operare tagli su altre voci senza aggravare ancora la posizione delle famiglie che fortunatamente in Umbria, in gran parte, ancora assistono a domicilio i propri cari non autosufficienti; peraltro, si vuole evidenziare che nella vita media che si è allungata,deve essere messo al centro il diritto al benessere che deve tendere al mantenimento delle condizioni di salute,ma anche e soprattutto della dignità della persona.