di Pier Luigi Leoni
Che le amministrazioni comunali di Orvieto abbiano per molti anni sperperato è di palmare evidenza. Siamo stati nelle mani di amministratori incoscienti? È difficile, inopportuno e soprattutto pericoloso individuare e dosare il peso dei vari elementi che possono aver contribuito al disastro: disonestà, stupidità e incompetenza di amministratori e dipendenti? Inefficienza della magistratura penale e contabile? Connivenza del corpo elettorale per miopia, faziosità e interesse? Ognuno la pensi come vuole; fatto sta che stiamo tirando la cinghia da qualche anno e che la dovremo tirare ancora. Siamo diventati bravi e disciplinati? Non credo. Ma l’Europa, l’Italia, le Regioni, le Province e i Comuni sono stati costretti a darsi una disciplina per cercare di evitare il fallimento. Per capire che cosa significa il fallimento pubblico, esaminiamo un sintomo che sta sotto gli occhi di tutti. Avete provato a percorrere in auto una strada che collega Orvieto con un paese vicino? La strada è piena di buche e una serie cartelli prescrivono di non superare la velocità di 30 chilometri all’ora. Chi ha messo quei cartelli sa che quel limite è assurdo e che nessuno lo rispetta; perciò si guarda bene dal controllare che venga rispettato. Però quei cartelli hanno alcuni effetti: se prendi una buca a velocità superiore a 30 chilometri orari e sfasci l’auto nessuno ti rimborsa; non solo, ma se ti fai male o t’ammazzi, nessuno ne risponde. Ma c’è di più, i boschi e i campi coltivati sono infestati da grossi animali scuri che chiamiamo cinghiali, ma che sono incroci maialeschi molto più prolifici e famelici e devastanti dei veri cinghiali. Queste bestie affamate sono più furbe dei cacciatori e sanno che sulle strade non rischiano di prendere schioppettate. Se vi capita di scontrarvi con uno di questi maialoni, che ancora non hanno imparato a usare le strisce pedonali, rischiate di non raccontarla. E nessuno paga i danni, a meno che non vi siate attenuti al limite dei 30 chilometri orari. Il fallimento pubblico comincia così e, se non ci mettiamo una pezza, finisce che chiamiamo l’autoambulanza e quella non arriva perché non ha benzina, che la polizia non circola perché non ha mezzi per riparare le auto di servizio, che l’ospedale non rinnova le attrezzature perché non può pagarle ecc. ecc.