di Massimo Formica
Di Giuseppe Germani apprezzo la competenza e l’onestà, anche intellettuale. Del resto la candidatura a Sindaco di una città non è un concorso per titoli, forse più per esami e credo che Giuseppe di esami ne abbia passati tanti e li abbia anche superati.
Giuseppe Germani rappresenta meglio di molti altri il nuovo corso del Partito Democratico, che vede nelle primarie la vera legittimazione da parte del proprio elettorato, che in tal modo non è più mortificato dalle scelte delle segreterie di partito, dagli equilibri regionali e provinciali, dalle pressioni di organismi che non rappresentano la collettività ma interessi di categoria, come purtroppo troppo spesso si è verificato. Lui ha sempre creduto che le primarie fossero un grande strumento di democrazia interna cui non si doveva rinunciare se non per candidature di alto profilo e largamente condivise: ma questo purtroppo, come ben noto, non si è verificato.
Germani incarna bene anche un’altra qualità necessaria alla “gestione” della vita pubblica, ossia la competenza. Il suo precedente impegno come amministratore è da considerare un valore aggiunto e non può essere banalmente derubricato semplicisticamente come una colpa; affrontare tutti i giorni problemi di gestione amministrativa, organizzativa e di bilancio che necessitano di scelte chiare , decise ma soprattutto “trasparenti” volte al miglioramento del benessere collettivo e non solo a vantaggio dei soliti “noti richiede sicuramente solide competenze e un deciso impegno.
Dovendo affidare le sorti di un Comune in dissesto finanziario in cui sarà necessario riportare la macchina sui giusti binari, Germani, a mio parere, possiede tutte le qualità dell’esperto pilota che già conosce i meccanismi del “motore” senza dover perdere tempo per capire come funziona; ciò mi fa ben credere che sia lui la persona giusta che ci possa tirar fuori dal pantano in cui siamo finiti.
La confusione su cui giocano i detrattori è sulla politica come mestiere: di quella ne abbiamo le scatole piene tutti e verso chi la impersona diciamo tutti “a casa, ora basta”. Giuseppe, lo conosco da lungo tempo, la politica l’ha sempre vissuta come servizio verso la collettività di cui si sente parte e l’ha sempre affrontata con passione, sottraendo il tempo alla famiglia e ai propri interessi; di mestiere non ha mai fatto il politico di professione.
Lavora in una società del gruppo Snam dove, come in ogni azienda che si rispetti, non contano le chiacchiere ma i risultati concreti che si ottengono e gli obbiettivi che si raggiungono.
Non è poi banale la sua onestà intellettuale, che a me personalmente rinfranca molto. Non fa patti con nessuno, non accetta compromessi, non è attratto dalla carica ma dalle possibilità che quella carica offre per trasformare l’esistente e a chi gli dice che potrebbe perdere le primarie risponde allargando le braccia: “pazienza”. Non c’è animosità in lui e ho trovato una grande serenità d’animo in tutti quelli che, come me, lo sostengono, tanta gente comune e pochi vertici di partito.
Queste mie semplici riflessioni, sono frutto del pensiero e delle convinzioni di una persona “normale”, che seppur non ha mai fatto politica attiva, non per questo è stato meno interessato alle sorti della collettività a cui orgogliosamente appartiene.